Blog di servizio gratuito per la comunicazione in Arte

mercoledì 21 febbraio 2018

The Ballrooms of Mars

La Dorothy Circus Gallery Roma inaugura il 2018 con la nuova personale di Camille Rose Garcia dal titolo The Ballrooms of Mars. La mostra apre il ciclo dedicato ai sei prime movers del Pop Surrealism presentati lo scorso 12 ottobre a Londra, ciascuno in programma con un inedito solo show nella nostra sede romana.

Nata a Los Angeles, Garcia si distingue come una delle artiste pop surrealista più riconosciute e amate in tutto il mondo. Garcia produce pitture, stampe e sculture in uno stile gotico, "horror" e di animazione, che rilascia un senso di dolcezza e al tempo stesso di inquietudine.

Per il suo debutto con la DCG Garcia propone una nuovissima collezione composta di sedici opere, che fanno riferimento sia alle sue influenze ed ispirazioni primordiali (i misteri della Natura, la musica, l'arte), sia a nuoveesplorazioni. Con questa mostra, infatti, Garcia segna l'inizio di un nuovo percorso di investigazioni artistiche, entrando di fatto in una nuova fase della sua carriera. Nel giustapporre colori, linee, e forti contrasti, l'artista invita il pubblico ad entrare in una nuova dimensione e a camminare lungo il percorso che ci conduce attraverso l'immaginazione, la bellezza, una sottile critica al quotidiano e le vibrazioni musicali che ci accompagnano ogni giorno attraverso emozioni e sensazioni.

The Ballrooms of Mars indaga la dimensione dello spazio extraterrestre, gli aspetti più misteriosi dello Spazio e il linguaggio universale della natura, fatto di "forme nelle vibrazioni del suono". L'artista ci guida in un viaggio attraverso dimensioni fantastiche e distanti, dove incontriamo creature misteriose e personaggi in stile Ziggy Stardust, nati dall'immaginario di Camille Rose Garcia ma anche influenzati da eroi popolari come David Bowie.

La musica risuona in tutte le opere di Garcia, dove le figure maneggiano e riproducono virtualmente vinili e giradischi, sottolineando la suggestiva iconografia musicale che alberga in ogni dipinto. Il titolo stesso della mostra, The Ballrooms of Mars, è tratto da una canzone di T.Rex del suo album del 1972 "The Slider".

L'energia cosmica che scorre nella musica e nelle anime umane crea un legame emozionale evidenziato dalla palette elettrica e glitterata e dall'atmosfera avvolgente degli ambienti rappresentati. Lo Spazio è rappresentato non come un luogo oscuro, bensì come una dimensione estremamente colorata. In questo continuo movimento di energie, i nostri spiriti interiori vengono risvegliati per partecipare ad una danza universale fatta di impulsi sensoriali ed emozionali. In questo modo, anche la controcultura musicale californiana viene messa in luce, attraverso i suoni rock and roll di queste stesse immagini; suoni che sono costantemente presenti anche nel processo creativo dell'artista.

Nella sala da ballo di Garcia danziamo a ritmi futuristici, saltiamo di pianeta in pianeta, esplorando come il Piccolo Principe i segreti e le meraviglie di ogni tappa del viaggio. In ciascun'opera gli spettatori interagiscono con un diverso pianeta, tutti personificati come divinità che "si riuniscono ogni 25mila anni (La Processione degli Equinozi) per ballare danze elaborate e ascoltare musica insieme, ciascuno portando con sé i propri suoni provenienti da pianeti distanti".

Queste divinità appaiono come evanescenti e corporei allo stesso tempo, come antichi dei greci che rappresentano un punto d'unione tra l'umano e l'extraterrestre. Essi ascoltano musica, interagiscono tra di loro e viaggiano come essere umani; ma nonostante ciò, questi dei emanano un'aura magica che riecheggia nel concerto di sonorità sprigionate da ciascun pianeta. Mentre polvere di stelle fluisce nell'atmosfera, le opere di Garcia incantano gli spettatori e stimolano la loro immaginazione al fine di trovare quei mondi nascosti che dimorano nel loro subconscio.


Camille Rose Garcia The Ballrooms of Mars

24 Febbraio 2018 - 7 Aprile 2018 | Via dei Pettinari 76 - 00186 Roma

Dorothy Circus Gallery ROMA


Tel. +39 06 68805928 - Mobile +393385614113

info@dorothycircusgallery.com - www.dorothycircusgallery.com

lunedì 19 febbraio 2018

Venezia PHOTO 2018

Il Festival di fotografia di Arles, certamente il più importante d’Europa, giunto alla sua 48° edizione, sbarca a Venezia per organizzare insieme a San Servolo srl un grande evento dedicato alla fotografia: 50 master class proposti con un approccio formativo innovativo, residenziale e coinvolgente, per trattare una grande varietà di tematiche e di tecniche

Venezia PHOTO è frutto di molti mesi di elaborazioni e di visite vicendevoli effettuate dai vertici del festival di Arles e di San Servolo srl, società in house della Città metropolitana di Venezia, che hanno portato ad un accordo quinquennale tra le parti con il coinvolgimento anche di ADAP (Associazione per la diffusione dell’Arte fotografica di Lione) per realizzare Venezia PHOTO a Venezia, nella splendida Isola di San Servolo. 

Fino al 5 marzo 2018 Venezia PHOTO presenta quindi 50 master di qualità, tenuti da più di 30 tutor e docenti, fotografi professionisti di fama internazionale come Laurent Baheux, Eric Lafforgue, Serge Ramelli, Julien Mignot, Stefanie Renoma, Eric Jeffries, Eric Bouvet, Formento + Formento, Jean-Christophe Béchet, Sylvie Hugues, Nicolas Guerin, Settiminio Benedusi, Ambroise Tézenas, Oliviero Toscani, Yann Arthus-Bertrand, Peter Knapp che coinvolgeranno oltre 700 appassionati di fotografia provenienti da tutta Europa. 

Il programma di Venezia PHOTO prevede per i partecipanti un’immersione totale tra corsi residenziali della durata di 3 oppure 5 giorni, proiezioni di film e di immagini documentarie, serate e concerti, dimostrazioni e incursioni fotografiche in città. Venezia PHOTO intende così, forte del know how del Festival di Arles, creare una comunità internazionale attiva, uno spazio e un momento di diffusione, condivisione e scambio tra universi diversi in un ambiente favorevole alla creatività di ciascuno: l’Isola di San Servolo, il centro culturale e di ricerca di Venezia. 

“Venezia PHOTO è un evento fortemente voluto da San Servolo srl – sostiene Andrea Berro Amministratore Unico della Società – perché perfettamente compatibile con le finalità culturali e di studio che stiamo positivamente portando avanti nella bellissima isola di San Servolo che prevedono di portare a Venezia una tipologia di Ospite internazionale, competente e colto, che resterà in città per più giorni”

Il programma si articola in un ricco elenco di proposte per avvicinare un pubblico vasto e non solo di professionisti all’affascinante mondo di questo mezzo espressivo: 10 master class in simultanea con massimo 15 partecipanti, 5 sessioni di 10 master class, con il supporto di assistenti fotografi dell’Accademia di Belle Arti di Venezia (anch’essa operante a San Servolo), disponibilità di modelli fotografici, uscite studio e momenti di scambio. Ogni seminario ha un tema particolare, spesso dedicato proprio alla Città di Venezia, che sarà oggetto di specifiche e mirate campagne fotografiche. 

Per ogni sessione inoltre è prevista una grande soirée e una conferenza aperta al pubblico con un grande maestro della fotografia per condividere con i presenti la sua esperienza, i suoi risultati e i suoi aneddoti professionali. La serata terminerà poi con in una festa musicale. 

Tra le presenze già confermate anche Jean-Marie Perier con Flashback sur scene, Peter Knapp con Rétrospective, Yann Arthus-Bertrand con Vue du cœur e il nostro Oliviero Toscani con More than fifty years of Magnificent Failures. 

Grandi maestri, tanta passione, una visione innovativa e un ambiente di lavoro unico al mondo sono gli ingredienti di Venezia PHOTO che attraverso una metodologia fatta di teoria ma anche di tanta pratica ritmerà il tempo di fotografi appassionati, amatori o professionisti per due settimane offrendo un’esperienza intensa, completa, unica nel suo genere. 



Per informazioni e iscrizioni www.venezia-photo.com

sabato 17 febbraio 2018

M’Illumino di Meno per raggiungere la luna a piedi!


Una passeggiata per il centro storico, dal museo Civico a piazza Savoia, passando sotto il Castello e arrivando al Mart: è questa la risposta della città di Rovereto all’appello di Caterpillar che invita tutti gli italiani a camminare fino a “ raggiungere la luna a piedi!” 



L’iniziativa è organizzata dall’ Azienda per il Turismo Rovereto e Vallagarina,  dal Mart e dai musei di Rovereto, in collaborazione con il Comune e le associazioni sportive cittadine. 
  
Come tutti gli anni, il 23 febbraio in occasione della Giornata nazionale del Risparmio energetico e degli Stili di vita sostenibili, Rai Radio2 invita a spegnere le luci per sensibilizzare a un consumo minore e più consapevole dell’energia. 

Il tema della quattordicesima edizione di M’Illumino di Meno è “ camminare, come gesto di rispetto per l’ambiente e di mobilità sostenibile”. 
Chi vuole aderire all’iniziativa è invitato a camminare, in città o in outdoor, e a inserire i passi fatti in un contapassi digitale. L’obiettivo simbolico della campagna è raggiungere la luna. Per completare la missione servono 555 milioni di passi, che Rai Radio2 ha già iniziato a raccogliere. 
  
L’APT, il Mart, il Museo Civico e le associazioni di Nordic Walking propongono un percorso di urban trekking suddiviso in due tratti di circa 2 chilometri l’uno: il primo si snoderà lungo il centro storico cittadino, il secondo attraverserà uno dei simboli della città, il Mart. 
 

Il percorso in città: una passeggiata di 2 chilometri a luci soffuse – 3333 passi


Appuntamento alle 18.45 in Borgo Santa Caterina, davanti al Museo Civico, che dalle 18 propone un ricco programma di attività a tema, tra astronomia, astrologia ecologia ed archeologia. Le luci della piazza saranno abbassate, così come quelle che normalmente illuminano il Castello di Rovereto, che i city walker incontreranno a metà strada. Luci spente anche alla Campana dei Caduti sul colle Miravalle, per aderire simbolicamente all’iniziativa.  

La passeggiata inizierà alle 19 e si snoderà lungo Via Dante, attraverserà il Ponte Prima Armata, passerà in Vicolo Tintori, sul ponte di legno sul Leno, procederà in Piazza Podestà sotto il Castello nel quale ha sede il Museo della Guerra di Rovereto, imboccherà Via della Terra, proseguirà in Piazza San Marco, Via Rialto, Piazza del Nettuno, Piazza Rosmini, Corso Bettini e giungerà nella piazza del Mart. 
 

Il percorso al Mart: quasi due chilometri tra i capolavori – 3000 passi


Il Museo di arte moderna e contemporanea accoglierà i partecipanti in una suggestiva penombra: come tutti gli anni il 23 febbraio le luci della cupola saranno spente. Inoltre, gli amici di Caterpillar avranno diritto all’ ingresso ridottoDalle 18 alle 21 tutti i visitatori che spiegheranno di partecipare all’iniziativa, potranno acquistare il biglietto a 7 euro anziché 11 euro. 
 

Come partecipare


Partecipare è semplicissimo! Non è necessario iscriversi, è sufficiente presentarsi all’appuntamento o al museo e comunicare agli organizzatori o alla biglietteria la propria adesione. Al termine della camminata i passi totali verranno moltiplicati per il numero di partecipanti e inviati a Caterpillar. 
I city walker sono liberi di muoversi seguendo gli organizzatori o in autonomia, di completare tutto il percorso, in città e in museo, totalizzando 6300 passi oppure di partecipare solo a uno dei due tragitti proposti. 
Chi volesse fare percorsi differenti, più lunghi o più brevi potrà comunque comunicare i propri passi alla biglietteria del Mart entro l’orario di chiusura di museo, alle ore 21. 
  
 

Informazioni


Sui social 
Hashtag #visitrovereto #martmuseum #milluminodimeno #citywalking #roveretomuseums #succedealcivico 
  
Mart 
T.+39 0464 464105 

APT 
T.+39 0464 430363 

giovedì 15 febbraio 2018

I Grandi Maestri. 100 Anni di fotografia Leica

Ultimi giorni di apertura per la mostra I Grandi Maestri. 100 Anni di fotografia Leica che, nella sua unica tappa italiana, è ospitata al Complesso del Vittoriano - Ala Brasini di Roma fino al 18 febbraio 2018.

La mostra, sotto l’egida dell’Istituto per la storia del Risorgimento italiano, è promossa dall’Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali di Roma Capitale, con il patrocinio della Regione Lazio, prodotta e organizzata dal Gruppo Arthemisia e Contrasto ed è a cura di Hans-Michael Koetzle, tra i più rinomati curatori e critici della fotografia.

I Grandi Maestri. 100 Anni di fotografia Leica indaga per la prima volta la grande rivoluzione del mondo della fotografia, e in genere della visione, resa possibile dalle fotocamere Leica dagli anni Venti del Novecento fino a oggi.

Oltre 350 stampe d’epoca originali di celebri fotografi insieme a documenti storici dall’archivio Leica, filmati sui fotografi (come Henri Cartier-Bresson e Garry Winogrand), locandine pubblicitarie vintage, riviste storiche e prime edizioni di libri, accompagnano il visitatore in un viaggio nel tempo e nella storia, alla scoperta di quei cambiamenti rivoluzionari permessi da un’innovazione tecnologica come la “Ur-Leica”, il primo apparecchio 35mm efficace che non solo rappresentò un cambiamento radicale nel campo della fotografia, ma innescò, insieme ai modelli Leica prodotti successivamente, una significativa metamorfosi nella nostra percezione della società e del mondo circostante.

Foto dopo foto, questa mostra rivela come gran parte delle immagini impresse nella nostra memoria siano state realizzate proprio con una Leica e come tutte queste fotografie costituiscano quindi un ampio caleidoscopio delle tendenze fotografiche e degli sviluppi degli ultimi dieci decenni.

L'iniziativa è promossa da Generali Italia - sponsor della mostra - tramite il programma Valore Cultura, che ha l'obiettivo di avvicinare famiglie, giovani, clienti e dipendenti al mondo dell’arte, attraverso l’accesso agevolato a mostre, spettacoli teatrali, eventi ed attività di divulgazione artistico-culturale.

La mostra vede come sponsor tecnicoTrenitalia.

L’evento è consigliato da Sky Arte HD.

Il catalogo è edito da Contrasto.

martedì 13 febbraio 2018

Sulla scia di Pascali lo Sciamano

La Fondazione Pino Pascali presenta “Sulla scia di Pascali lo Sciamano”, laboratorio didattico-creativo destinato ai bambini dai 5 ai 10 anni e realizzato da Daniela Grande, AntonellaMontalbò e Bartolo Pascalicchio nel mese di febbraio presso la Fondazione Pino Pascali.

Dopo il successo del workshop “Ricicl-Arte. Riciclare è un’arte da imparare”, ideato da Daniela Grande, Antonella Montalbò e Grazia Pascalicchio, svoltosi nei mesi di dicembre e gennaio, che ha registrato oltre 130 iscrizioni, la Fondazione Pascali invita i più piccoli a trascorrere le feste di Carnevale all’insegna del divertimento, dei colori e della creatività.

Con un ciclo di 3 incontri mattutini e pomeridiani, questo laboratorio mira a far conoscere ai più piccoli un Pascali inedito, affascinato dall’Africa, dai suoi colori e dalla sua magia. Attraverso l’arte e la fantasia, ciascun bambino potrà riprodurre e reinventare le Maschere di Pascali, dando massimo sfogo alla creatività e all’immaginazione. Scopo del laboratorio è coinvolgere emotivamente i più piccoli: l’uso di diverse tecniche pittoriche, l’utilizzo di tempere, acquerelli, colori a cera, nonché la possibilità di reinterpretare in chiave del tutto personale la maschera da realizzare, permetterà loro di esprimere a pieno emozioni e sentimenti, lasciando una consapevole traccia di sé.

Il laboratorio è costituito da incontri singoli; i prossimi appuntamenti saranno martedì 13 febbraio, dalle 10.30 alle 12.30, e mercoledì 14 febbraio, dalle 16.30 alle 18.30.

Per partecipare è necessario prenotare telefonando ai seguenti numeri: 320 2208739 (Daniela), 345 1603669 (Antonella).

Info 
“Sulla scia di Pascali lo Sciamano", laboratorio didattico-creativo per bambini dai 5 ai 10 anni.

Numero massimo di partecipanti: 25 – fino a esaurimento posti
Costi: 7,00 Euro a bambino per ogni singolo incontro, comprensivi del materiale didattico. 

Ciascun incontro costituisce un appuntamento singolo, che non rientra all’interno di un percorso. Il Museo è aperto al pubblico dal martedì alla domenica. Lunedì chiuso. L’ingresso al Museo è gratuito per i bambini e i ragazzi sotto i 14 anni. Prenotazioni ai seguenti numeri:
Daniela 320 2208739
Antonella 345 1603669

giovedì 8 febbraio 2018

FoodArt

Torino è un puzzle. Nasce da questa considerazione l'idea di Micol Ferrara di unire in un unico evento, "FoodArt", i tanti aspetti che contraddistinguono la città. 

C'è la "Torino e viceversa" raccontata nel primo numero di Tiroir, il progetto editoriale dell'agenzia creativa Spacenomore che si propone di leggere la contemporaneità attraverso la lente d'ingrandimento dell'arte. 

C'è la Torino vista dai suoi abitanti, nel video del Vlogger Giovanni Del Bianco, realizzato in collaborazione con Spacenomore. C'è la città laboratorio della sperimentazione gastronomica messa in atto dal giovane chef de "La Limonaia - Foodasculture" Cesare Grandi che, per l'occasione, ha elaborato un menù inedito di finger food. E ci sono, infine, le storie delle persone - dieci per l'esattezza - che compongono e definiscono le "Bodies Stories" del fotografo Francesco Moretti.

 Il progetto trae ispirazione dal desiderio di indagare l'animo umano attraverso la relazione con la sua forma più immediata: il corpo. Alleato, nemico, amato, odiato, compreso, rinnegato, sono molteplici le modalità di relazione che possono instaurarsi con il corpo e attraverso di esso. Tina, Petra, Chiara, Ines, Ximena, Nives e Tomislav, Sanja, Federica, Emanuele e Micol: da paesi differenti, storie diverse dalle svariate modalità narrative, unite da un'unica cifra comune, la forza. 


FoodArt 
Tra arte, fotografia e video, un finger food d'autore per raccontare la città


Sabato 10 febbraio, ore 18.30
La Limonaia, via Mario Ponzio 10, Torino 

Ingresso e aperitivo: 20 euro
Gradita ma non necessaria la prenotazione

Info e prenotazioni
La Limonaia Foodasculture - 011.7041887 

martedì 6 febbraio 2018

ARTICO. ULTIMA FRONTIERA™

La Triennale di Milano è lieta di invitarla all'inaugurazione della mostra ARTICO. ULTIMA FRONTIERA™

A cura di Denis Curti e Marina Aliverti

Mercoledí 7 febbraio 2018 ore 18.00

L’esposizone presenta circa sessanta fotografie di paesaggi e abitanti di Groenlandia, Islanda e Siberia, scattate da tre maestri della fotografia di reportage, quali Ragnar Axelsson, Carsten Egevang e Paolo Solari Bozzi.

La mostra resterà aperta dall'8 febbraio al 25 marzo 2018

Visita La
Triennale

DOVE SIAMO

Palazzo della Triennale
Viale Alemagna, 6 – 20121 Milano

lunedì 5 febbraio 2018

A History of Indian and Indonesian Art

Taking Ananda Kentish Coomaraswamy’s seminal 1927 publication, A History of Indian and Indonesian Art as a starting point, this symposium, organized by Shabbir Hussain Mustafa, will meditate upon three political ideas that have marked the writing of art histories in the 20th century: industry, modernism and regionalism. Constructed around Coomaraswamy’s writing—created with the backdrop of anti-colonial struggles of the inter-war years—and his curatorial work at the Museum of Fine Arts, Boston, the symposium seeks to examine the interventions his thoughts made into the self-consciousness of Western Modernism.

Bringing together international voices from art, theory, history, and philosophy, the symposium is conceived as a series of propositions linking Coomaraswamy to the sentiments of his time, but also to the gradual curve of their evolution today. The Sunwise Turn is a sort of critical circumambulation around the philosopher, curator and historian. It picks up its name from an oft-overlooked bookshop—a place that Coomaraswamy not only came to be closely associated with, but also evoked as “the storm of the world-flow”—which became the centre of anarchist political thought in New York City just after the first World War.



ARTISTS
Allan Antliff
Charles Lim
Iftikhar Dadi
Jagath Weerasinghe
Kim Croswell
Mark Sedgwick
Nancy Adajania
Priya Maholay Jaradi
Samit Das
Simon Soon
Simryn Gill
Swati Chattophadyay
TK Sabapathy



SCHEDULE
9 February 2018, Auditorium
Taking Ananda Kentish Coomaraswamy’s (AKC) seminal 1927 publication A History of Indian and Indonesian Art as a starting point, this symposium will meditate upon three political ideas that have marked the writing of art histories in the 20th century: industry, modernism and regionalism.

Session 1: Introductions
10.00am: Introductory Remarks, Diana Campbell Betancourt
10.20am: Naming and Framing, Shabbir Hussain Mustafa

Session 2: Histories
11.00am: Kim Croswell [Archives] [AKC and Stella Bloch] [Bali]
11.40am: Nancy Adajania, [Historiography] [AKC and Ambedkar and Subramaniam and Havell] [India]   
12:20pm: Swati Chattophadyay, [Urbanism] [AKC and Jorasanko] [India]
1:00pm: Respondent: Allan Antliff

Session 3: Cosmoplitanism
3:00pm: Allan Antliff, [Anarchism] [International Cosmopolitanism] [USA and Britain]
3:40pm: Iftikhar Dadi, [Artisan] [AKC and Crafts] [Britain and Ceylon]
4:20pm: Priya Maholay Jaradi, [Modernism] [AKC and Baroda] [India]
5:00pm: Mark Sedgwick, [Traditionalism] [AKC and Rene Guenon] [USA]
5:40pm: Respondent: Nancy Adajania

Session 4: Interventions
7:20pm: Simryn Gill, ‘Take a Tree’, 40mins, Lecture performance commissioned for DAS 2018


10 February 2018, Auditorium
Session 5: Archives
10:00am: Samit Das [Asia] [AKC and Tagore] [India and USA]
10:40am: Jagath Weerasinghe, [Archaeology] [AKC and Contemporaneity] [Sri Lanka]
11:20am: Simon Soon, [Region] [AKC and Redza Piyadasa] [Malaysia]
12:00pm: Respondent: Swati Chattophadyay

Session 6: Presence
1:30pm: TK Sabapathy, ‘Then There Was Coomaraswamy’, 60mins, a film-interview by Charles Lim and Shabbir Hussain Mustafa, respondent Iftikhar Dadi


Session 7: Constructing a South-Southeast Asian Dialogue
3:00pm: Roundtable I, led by Simon Soon and Priya Maholay Jaradi

Session 8: Where do we go from here?
4:30pm: Roundtable II, led by Mark Sedgwick and Jagath Weerasinghe

Session 9
6:00pm: Concluding remarks by Shabbir Hussain Mustafa

venerdì 2 febbraio 2018

Per ricordare … e non dimenticare

Domenica 4 febbraio 2018, alle ore 16.00, presso il Parco Archeologico “Archeoderi” di Bova Marina (Reggio Calabria), verrà celebrata la Giornata della Memoria con una rappresentazione cinematografica e un dibattito al fine di “Ricordare … e non dimenticare”. Il programma prevede la proiezione del film Storia di una ladra di libri e relativo dibattito.

Interverranno: 
Rossella Agostino, direttore Museo e Parco Archeologico “Archeoderi”;
Rocque Pugliese: responsabile per la Calabria Comunità Ebraica di Napoli;
Mafalda Tringali: presidente cooperativa Clevers;
Micheletta Bruna: docente in materie letterarie;
Ollio Maria Luisa: pedagogista.

L’iniziativa è organizzata dalla cooperativa Clevers,  che cura i Servizi aggiuntivi del Parco Archeologico di Bova Marina, in collaborazione con il Polo Museale della Calabria. 

Il Museo e Parco Archeologico “Archeoderi” di Bova Marina (Reggio Calabria), afferisce al Polo Museale della Calabria diretto da Angela Acordon.


Per ricordare … e non dimenticare
Museo e Parco Archeologico “Archeoderi” – Bova Marina (Reggio Calabria)
Domenica 4 febbraio 2018 – Ore 16.00

Polo Museale della Calabria
Direttore: Angela Acordon
Ufficio stampa: Silvio Rubens Vivone (responsabile) 
Tel.:  0984 795639 fax  0984 71246 
pm-cal.ufficiostampa@beniculturali.it

giovedì 1 febbraio 2018

Gino Rossi a Venezia

Curata da Luca Massimo Barbero ed Elisabetta Barisoni, l’esposizione 'Gino Rossi a Venezia' ripercorre la vita artistica di uno dei maggiori protagonisti dell’avanguardia veneziana del primo ‘900, intimamente legata a Ca’Pesaro. 

A 70 anni dalla scomparsa di Gino Rossi (1884 - 1947) la mostra consentirà di ricostruire il clima di grande innovazione del periodo che va dal 1908 fino ai primi anni Venti attraverso i più grandi protagonisti attivi nella Venezia del tempo, rintracciati nelle collezioni del museo integrate da un prezioso nucleo di dipinti dell'artista conservati con grande passione dalla Fondazione Cariverona

Di Gino Rossi riscopriremo la grande forza espressiva e la personalità dirompente in un viaggio che racconta tutte le sue tappe, dall’ abbandono dell’accademismo al ritorno ad un’espressività originaria, quasi arcaica, contraddistinta da soggetti umili, colori sublimati, paesaggi onirici, fino al grande trauma della Grande Guerra che lo segnò per sempre.