Blog di servizio gratuito per la comunicazione in Arte

mercoledì 30 novembre 2016

Beatrice Gallori. Core

Per dare il titolo alla sua mostra personale Beatrice Gallori ricorre al linguaggio scientifico: Core come nucleo, termine con cui nell’informatica si intende una parte del microprocessore, insieme al package che lo contiene. L’esposizione si compone di opere-installazioni create site specific che ruotano attorno alle ricerche dell’artista toscana sulla “cellula” che sono poi il tramite per studiare l’uomo in quanto essere vivente. 

Al Lu.C.C.A. – spiega Luca Beatrice, uno dei curatori della mostra – Gallori espone tutte opere site specific che riflettono una volta di più sulla condizione residuale della pittura, unica possibilità che tale mezzo può giocarsi in una difficile condizione contemporanea. Certo la riflessione sul monocromo parte da lontano, con sfumature e variazioni sia internazionali che italiane: è uno stile ben radicato nella tradizione tardo novecentesca e attualmente tornato di attualità per la critica e per il pubblico. Gallori però fa di più, inserendo la propria riflessione nello spazio con cui dialoga e in qualche modo combatte negandone i tratti distintivi, modificando angoli e proporzioni con la sua tipica forma a blob”.

“Viviamo il momento più interessante e imprevedibile nelle arti visive degli ultimi venticinque anni – aggiunge il co-curatore Maurizio Vanni – nel quale la realtà, privata di qualunque elemento interpretativo in grado di garantirne la coerenza, lascia il posto a coloro che non vogliono alluderla o narrarla, ma ricrearla ex novo attraverso una pluralità di codici plausibili. Beatrice Gallori riparte dalla molecola, dalla genesi della materia, non come operazione atavica e regressiva, bensì per ritrovare nel ‘concepimento del Tutto’ quelle relazioni capaci di ricostruire un nuovo mondo visivo. Core non è la risposta, ma l’unica via possibile”.

Lo speciale allestimento della mostra coinvolge il visitatore, stimolando diversi sensi attraverso il colore delle opere, le modalità con cui sono state realizzate e il movimento che creano con la loro struttura all’interno delle sale. “Mi sono divertita – sottolinea Beatrice Gallori – a cercare il vuoto, il pieno, ciò che non si vede, ciò che c’è, quello che ancora non c’è, che potrebbe accadere oppure no. È uno studio sulla cellula nuda e cruda, su quello che porta con sé e sulle informazioni che veicola dei nostri corpi, e che a volte li condanna. Una sorta di linea sottile tra la vita e la morte, ma anche una possibilità di comprensione dell’oltre. Ritengo che dobbiamo vedere l’infinitamente piccolo per capire l’infinitamente grande”.

L’esposizione è realizzata con il patrocinio di Regione Toscana, Comune di Lucca, Opera delle Mura, Camera di Commercio di Lucca, Confindustria Toscana Nord, Confcommercio Province di Lucca e Massa Carrara, Confesercenti Toscana Nord, Confartigianato Imprese Lucca, e con il supporto di Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, Fondazione Banca del Monte di Lucca, Gesam Gas+Luce, e-Gate, Lara&Rino Costa Arte Contemporanea, Vecchiato Arte.

Beatrice Gallori. Core
Lu.C.C.A. - Lucca Center of Contemporary Art, Lucca
3 dicembre 2016 – 5 febbraio 2017
a cura di Luca Beatrice e Maurizio Vanni

Per info:
Lu.C.C.A. – Lucca Center of Contemporary Art
Via della Fratta, 36 – 55100 Lucca tel. +39 0583 492180
www.luccamuseum.com | info@luccamuseum.com


Orario mostra:
Da martedì a domenica ore 10-19
Chiuso il lunedì
Biglietti: intero 7 €; ridotto 5 €

Inaugurazione: 2 dicembre ore 17,30 (su invito)

Organizzazione: Lu.C.C.A. – Lucca Center of Contemporary Art
In collaborazione con: MVIVA
Con il patrocinio di: Regione Toscana, Comune di Lucca, Opera delle Mura, Camera di Commercio di Lucca, Confindustria Toscana Nord, Confcommercio Province di Lucca e Massa Carrara, Confesercenti Toscana Nord, Confartigianato Imprese Lucca
Con il supporto di: Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, Fondazione Banca del Monte di Lucca, Gesam Gas+Luce, e-Gate, Lara&Rino Costa Arte Contemporanea, Vecchiato Arte.

Ufficio Stampa
SPAINI & PARTNERS + 39 050 36042/310920 www.spaini.it
Addetto Stampa Lu.C.C.A.

lunedì 28 novembre 2016

Default di Aniello Barone allo Spazio Nea di Luigi Solito.

Default è il titolo evocativo della mostra di  che inaugura il 30 novembre allo Spazio Nea di Luigi Solito (fino al 31 dicembre).

Laureato in Sociologia, l’artista dal 1995 dà inizio a una ricerca fotografica che affronta le tematiche relative al rapporto uomo-ambiente, proponendo un’indagine sull’area metropolitana, che Barone sviluppa attraverso la duplice attenzione al paesaggio e all’antropologia urbana.  Allusiva e metaforica, la fotografia di Barone rifiuta l’elemento narrativo e didascalico, come attesta anche il ciclo di lavori Paesaggi, realizzato tra il 2007 e il 2011 con la macchina panoramica e presentato alla Nea in occasione di una personale del 2013. Il tema della crisi, che in quella serie di fotografie veniva analizzata attraverso la lente del rapporto tra uomo e paesaggio contemporaneo, è affrontato anche nella nuova personale Default, approfondimento sui cambiamenti antropologici che l’epoca attuale ha determinato.  La società contemporanea, infatti, dopo un processo di anestetizzazione e di simulazione del reale, oggi affronta una crisi di valori e la perdita di modelli e di paradigmi di riferimento: “E in questa mutazione antropologica si assiste all’estinzione dell’inconscio. Da qui la scelta di utilizzare la parola «default» intesa come perdita di fiducia”, afferma l’artista, il quale sceglie di fotografare i bunker perché allusivi della sociopatia che affligge l’umanità. Barone, dunque, per formazione culturale, assume la fotografia come strumento di indagine speculativa e di verifica sul campo, operando una cesura rispetto alla tradizionale concezione di fotografia antropologica, che l’artista attualizza e trasforma in opportunità di ricerca estetica e di riflessione concettuale. [osdv]

Questo lavoro di Aniello Barone, ha dei riferimenti chiari, altri meno espliciti e alcuni cosi ben nascosti da essere lontani dalla conoscenza dello stesso autore. Parlano della storia del genere umano, dall’evoluzione che spesso è una involuzione e del costante esperimento che l’uomo si è autoimposto. Nel lavoro di Barone c’è il segreto militare, fino alla più grande organizzazione europea per la ricerca nucleare: il CERN, la più imponente trovata dell’uomo per simulare dio, lo stesso dio che proprio l’uomo prima aveva immaginato. È questo che caratterizza la ricerca di Aniello, in un progetto strettamente mentale. Questa corsa sfrenata dell’uomo, a simulare la vita, per non viverla più, e accettare le impostazioni di base che i device da noi stessi programmati ci impongono, di default” [Luigi Solito]

La mostra aderisce alla rassegna Synth che, giunta alla seconda edizione sceglie di invadere la città e gettare ponti culturali tra la musica e le arti visive e digitali: in occasione dell’opening, Synth produrrà una sonorizzazione della mostra fotografica di Aniello Barone.


Aniello Barone (San Giovanni a Teduccio, Napoli, 1965. Vive e lavora a Napoli). Dopo la laurea in Sociologia all’Università degli Studi di Napoli “Federico II” con una tesi sul degrado ambientale, dal 1995 inizia a fotografare, interessandosi alle tematiche che riguardano il rapporto uomo-ambiente, l’immigrazione, quindi le cosiddette “subculture”, e le periferie. Attualizzando e superando il concetto di fotografia etnografica e antropologica, Barone la utilizza come mezzo per dialogare con la complessità della realtà. Collabora con quotidiani e riviste e i suoi lavori sono stati esposti a Napoli (al Museo Archeologico Nazionale e alla Biblioteca Nazionale) e in numerose città italiane ed estere come Parigi, New York, Shanghai, S. Pietroburgo e dal 2005 insegna Fotografia all’Accademia di Belle Arti di Napoli. Nel 2007, il libro “Detta Innominata” ha vinto il Premio Marco Bastianelli.

  
titolo: Default
artista: Aniello Barone
durata: 30 novembre – 31 dicembre 2016
dove: Spazio NEA, via Costantinopoli 53 / piazza Bellini 59 - Napoli
orario: lunedì – domenica dalle 9.00 alle 2.00 am
ingresso: libero
contatti: 08118705839 | info@spazionea.it


giovedì 24 novembre 2016

Anatomies: Hans Bellmer - Lello Torchia

Il prossimo 29 novembre si inaugura “Anatomies”, la mostra che combina le opere di Hans Bellmer e di Lello Torchia

Il grande, controverso maestro di Katowice morto nel 1975 e il giovane – molto apprezzato – scultore napoletano sono rappresentati, in un suggestivo allestimento, da otto lavori che abbracciano un arco temporale di cinquant’anni. Tra “Portrait d'Unica avec l'œil-sexe” (acquaforte del 1964 di Bellmer) e “Senza titolo” (scultura in bronzo del 2014 di Torchia) fluiscono varie stagioni dell’arte contemporanea, ma c’è un comune denominatore che le unisce: l’attrazione per l’anatomia umana. Il corpo raccontato da Bellmer è quasi esclusivamente femminile: una visione allucinatoria, eversiva, demoniaca e apocalittica. Le sue “Dolls” disarticolate e misteriose, nonché vulnerabili e oscene, si spingono ben oltre i confini tracciati dalle ossessioni di Bosch e Arcimboldo tanto da rimanere, ancora oggi, un unicum nel panorama dell’arte. La statuaria classica, giunta fino a noi rimodellata dal tempo e in molti casi mutilata, è invece all’origine del corpo descritto da Torchia. Nei disegni e nelle sculture le membra sono sfigurate, bucate e graffiate; le cancellature e le lacerazioni conferiscono ai lavori carattere di ricordo: essi oscillano tra la presenza e l’assenza, la vita e la morte. 

La mostra, che non pretende certamente di essere esaustiva (soprattutto rispetto alla sterminata vastità dell’opera di Bellmer), offre alcuni importanti spunti di riflessione sull’interesse dei due artisti – che non si sono mai incontrati per palesi motivi anagrafici – nei confronti del corpo: un tema ancora attuale, come nei primi decenni del ‘900.

Hans Bellmer (Katowice 1902 – Parigi 1975) nel 1936 si stabilisce a Parigi per sfuggire alla dittatura nazista e nel 1937 espone le sue opere alla “Mostra Internazionale Surrealista” di New York. Nel 1966 il Museo di Ulm gli dedica un’ampia mostra retrospettiva, a cui seguono quelle dello Stedelijk Museum di Amsterdam, nel 1970 e del MOCA di Chicago, nel 1975. Nel 1983 (“Photographe”) e nel 2006 (Hans Bellmer: Anatomie du Désir ) è il Centre Pompidou di Parigi a celebrare il suo “genio scandaloso”.

Lello Torchia (Napoli, 1971) esordisce nel 1999 con la mostra “Il bosco sacro dell’arte” presso il Parco del Museo di Capodimonte, a Napoli. Negli anni ha tenuto svariate mostre personali e collettive: Galleria Scala Arte, Verona; Galleria Studio 34, Salerno; Franco Riccardo Artivisive, Napoli; The White Gallery, Milano; Museo Archeologico di Calatia, Maddaloni; Biblioteca civica, Brescia; Palàcio Foz, Lisbona; Karazin Kharkiv National University, Kharkiv; Tempio di Mithra, Humshaugh.


Front Space, La Fuerza Plaza, 2241 Chino Roces Avenue, Makati City, Philippines.
Lunedì – Venerdì  08:00 – 17:00
Info: +63 2 893 1607



mercoledì 23 novembre 2016

Arte e impresa: tra comunicazione, formazione e innovazione.

COPERNICO RADAR  
L’osservatorio smart  di COPERNICO – Where Things Happen sul mondo del lavoro, nuove tendenze e lifestyle

“Le antenne più adeguate per trasformare la percezione istantanea in strumento di efficacia non si trovano nella tradizionale cassetta degli attrezzi del manager. Di quelle antenne sono dotati gli artisti. Ed è a loro che dobbiamo rivolgerci se vogliamo finalmente imparare il presente”. 

Questa era la mission dell’Art for business forum 2011, uno statement che nel corso degli anni è diventato per molte aziende un approccio reale al business. In più di cinque anni è interessante notare che questo importante suggerimento si è concretizzato. Il rapporto tra arte e impresa si è infatti modificato e rafforzato nel tempo. La cultura si sta sempre più trasformando in un reale investimento per le imprese, uno strumento capace di dare loro nuove rappresentazioni, nuove narrazioni; un asset strategico in grado di rafforzare brand che debbono pensare a mercati globali. 

La cultura diventa quindi un partner in grado di guidare e ispirare le imprese. E’ per questo che COPERNICO RADAR, l’Osservatorio smart di COPERNICO Where Things Happen sul mondo del lavoro, nuove tendenze e lifestyle, ha cercato di individuare i 3 pillars attraverso cui le aziende possono investire in cultura e arte, con un occhio rivolto agli esempi di oltremanica e oltreoceano, ma consapevole della storia e del territorio italiano, per intraprendere e valorizzare un progetto di investimento culturale.

Arte per Comunicare
La comunicazione è fondamentale per ogni azienda. Sempre di più, i brand del lusso come Prada, Trussardi e Furla, o anche aziende di altri settori come Enel, Terna, UBS e BSI dedicano una parte della loro communication strategy a progetti artistici che oggi rappresentano una v alida alternativa a proposte espositive di istituzioni museali ed enti pubblici. L’arte, in questo caso, produce dei contenuti che possono creare valore per il pubblico esterno e creare contemporaneamente brand awareness. 

Arte per Formare
E’ importante allo stesso tempo sviluppare la comunicazione interna e coinvolgere direttamente i dipendenti, per far sì che il progetto artistico li riguardi in prima persona, lavorando quindi sul significato e la fruizione di questo a più livelli. Di conseguenza, la formazione attraverso l’arte è una modalità con cui si può lavorare sulla visione aziendale, mediante un contatto diretto con l’artista o le sue opere, per traslare alcune dinamiche artistiche a quelle aziendali. Molte banche in passato, da Deutsche Bank a Unicredit, hanno usato l'arte per migliorare l'organizzazione del lavoro e creare un senso di appartenenza fra i dipendenti. L'arte può infatti servire come stimolo, restituendo creatività alla vita lavorativa e offrendo nuovi punti di vista. La Fondazione Ermanno Casoli ad esempio è da anni impegnata su questo fronte e ha sviluppato un progetto di formazione – “e-straordinario” – che porta l’arte contemporanea nel mondo industriale: artisti di fama internazionale in collaborazione con trainer specializzati in formazione manageriale lavorano ad un progetto artistico con i dipendenti di un’azienda, attraverso incontri teorici e workshop.

Arte per Innovare
È da queste dinamiche, quindi anche mediante l’arte, che è possibile creare innovazione o attuare un processo di avvicinamento alle novità tecnologiche e scientifiche. Emblematico in questo senso è stato Metri d’arte, un progetto di Miroglio Textile per cui l’azienda ha chiamato a collaborare artisti di fama internazionale con i designer del Gruppo Miroglio. Ricerca e sperimentazione per creare nuovi tessuti, concepiti come opere d’arte, che hanno saputo incorporare un contenuto, una storia da raccontare e valorizzare allo stesso tempo il processo creativo. Un processo da cui i disegni originali degli artisti sono stati elaborati dall’ufficio stile per dare vita a differenti tipi di tessuti e varianti, commercializzati poi nelle collezioni. 

Altro esempio virtuoso di rapporto tra arte e impresa è la Whitelight Art Gallery, ospitata nell’Art Basement di Copernico Milano Centrale. Anche COPERNICO – Where things happen, nel suo obiettivo di innovare la visione dello spazio di lavoro attraverso lo smartworking, ha voluto servirsi delle arti visive aprendo i suoi spazi ad una galleria di arte contemporanea che propone un programma espositivo aperto al pubblico, ma attento anche alle contaminazioni con la community copernicana. 

Concludendo, come ha recentemente affermato James Bradburne, direttore della Pinacoteca di Brera durante il ciclo di “ C- Moments” all’interno di Clubhouse Brera, gli appuntamenti in cui parla del ruolo e valore dell’arte e della cultura nella società contemporanea (l’ultimo in programma il 15 dicembre). “L’arte, secondo me, ‘has to be used”. Il risultato più interessante è ammirare come le persone si trasformano nei confronti dell’arte, mutando da osservatori passivi in fruitori attivi”. 

martedì 22 novembre 2016

Digital, mobile, social lessons from 3 years @MetMuseum

In occasione dell’inaugurazione dei seminari del sistema MAB (Musei, Archivi, Biblioteche) l’Università degli Studi di Torino ospita la lezione del professor Sree Sreenisavan, docente di digital media al master di giornalismo della Columbia University, dall’ottobre 2016 Chief Digital Officer della città di New York e fino a poco tempo prima responsabile della comunicazione digitale del Metropolitan Museum. 

L’intervento verterà sul racconto dell’esperienza condotta durante i tre anni di lavoro al Met, durante i quali è stata rimodulata la strategia dei social media e degli strumenti digitali offerti ai visitatori del museo.

L’incontro, che si svolgerà giovedì 24 novembre alle 17.00 presso l’aula 1 della Palazzina Einaudi in corso Dora Siena 68/a, sarà introdotto da Enrico Pasini, delegato dal Rettore per il Sistema Bibliotecario, Archivistico e Museale dell’Università degli Studi di Torino e presidente del comitato scientifico del Sistema Museale di Ateneo, e da Anna Masera, direttrice laboratori e testate del Master in Giornalismo dell’Università degli Studi di Torino, modererà il dibattito Maria Beatrice Failla, docente di museologia e coordinatore dell’unità torinese del progetto Prin “La Vita delle opere, dalle fonti al digitale” dedicato alla comunicazione digitale nei musei.

Il seminario è stato organizzato in collaborazione con i direttori, i conservatori e i responsabili della comunicazione di diverse istituzioni museali, tra cui la Fondazione Torino Musei, i Musei Reali, il Museo Egizio, il Museo del Cinema, la Reggia di Venaria, la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, la Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli, oltre che dal Sistema Museale dell’Università degli Studi di Torino, che animeranno la discussione finale, per il quale è prevista la traduzione consecutiva. Sarà possibile partecipare al dibattito e dialogare con Sree e con i musei torinesi anche tramite i social media e formulare le domande sull’argomento attraverso gli hashtag #sreeturin e #AskSree 





lunedì 21 novembre 2016

La Natura in mostra alla Cantina Albinea Canali.

«È nel cuore dell’uomo che la vita dello spettacolo della natura esiste; per riuscire a vederlo, bisogna sentirlo». Dalla celebre frase di Jean-Jacques Rousseau, tre mostre sul tema della “Natura”, curate da Luigi Borettini alla Cantina Albinea Canali (Via Tassoni 213, Reggio Emilia) dal 27 novembre 2016 al 14 gennaio 2017.



Realizzato con il patrocinio del Comune di Albinea (RE), il progetto sarà inaugurato domenica 27 novembre alle ore 16.00.

All’interno della Cantina Albinea Canali saranno allestite tre esposizioni: nella Sala Cavalieri, una personale del pittore piacentino Gianfranco Asveri, promossa e realizzata in collaborazione con Radium Artis Galleria d’Arte; nella Sala Ottocento, una collettiva con opere pittoriche degli artisti reggiani Luigi Camellini, Sara Giuberti, Stefano Grasselli, Giovanna Magnani, Rodolfo Pisi, Fabio Rota, Romano Salami; nel Salone delle Capriate, le ricerche fotografiche di Giovanni Badodi, Naide Bigliardi, Giuseppe Maria Codazzi, Marcello Grassi, Corrado Moscardini, Fabio Vezzani.


Segnalato da :
Chiara Serri
M. +39 348 7025100

CSArt – Comunicazione per l’Arte
Via Emilia Santo Stefano, 54
42121 Reggio Emilia
T. +39 0522 1715142
info@csart.it
www.csart.it



domenica 20 novembre 2016

Il futuro delle città disegnato da Antonio Sant’Elia

Giovedì 24 novembre, alle ore 19.00, presso il Palazzo della Triennale, si tiene l'inaugurazione della mostra realizzata in occasione del centenario della morte di Antonio Sant’Elia.

La mostra promossa dalle Soprintendenze Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Milano e di Como, dal Comune di Como e dalla Triennale di Milano, celebra l’autore del Manifesto dell’Architettura Futurista.

Le straordinarie visioni e prefigurazioni della città futura disegnata da Antonio Sant’Elia hanno anticipato forme che solo l’avvento del XXI secolo ha visto realizzate.

Da Renzo Piano alle modellazioni di MVRDV, di Steven Holl, di Vincent Callebaut, di MAD o del recentissimo “Google North Bayshore” di BIG, Sant’Elia si conferma, a un secolo dalla sua tragica morte durante la Grande Guerra a soli 28 anni, come fonte inesauribile di ispirazione.

La mostra in Triennale si rivolge ad un pubblico più vasto rispetto a quello specialistico degli architetti e ha lo scopo di far conoscere l’opera dell’autore del Manifesto dell’architettura futurista pubblicato nel 1914.


Palazzo della Triennale
Viale Alemagna, 6 – 20121 Milano



sabato 19 novembre 2016

Un nuovo percorso espositivo proposto dal CSAC

Sabato 26 novembre 2016 l’Archivio-Museo CSAC – Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma presenta un percorso espositivo rinnovato in sette delle sedici sezioni visitabili all’interno della suggestiva cornice dell’Abbazia cistercense di Valserena, a pochi chilometri da Parma: una selezione inedita di oltre 600 opere tratta dallo straordinario patrimonio di oltre 12 milioni di pezzi custoditi dallo CSAC e suddivisi tra le collezioni di Arte, Fotografia, Progetto, Media e Spettacolo.





venerdì 18 novembre 2016

Arriva 'Il Viaggio', la rassegna di gioielli ed incontri all' Atelier Orafo Devis Palazzi di Pesaro

Partirà sabato 26 novembre la rassegna di gioielli denominata ‘Il Viaggio’ presso il Devis Palazzi Atelier di Pesaro.

La rassegna si terrà in occasione della seconda sede del Devis Palazzi Atelier (www.palazzidevisgioielli.it) in Via della Maternità, 5 a Pesaro, località a lui cara per la completezza dell’anima artistica e marittima della città, mantenendo la prima sede ed headquarter a Porto Verde, location comoda per molti clienti che possono arrivare in barca per appuntamenti riservati.

Per omaggiare questa duplice anima, Devis Palazzi ha deciso di inaugurare la rassegna ‘Il Viaggio’, quattro appuntamenti che raccontano il viaggio percorso da ogni gioiello. Dall’origine della pietra preziosa o della perla rara, alla ricerca della qualità, alla lavorazione, all’ideazione e alla personalizzazione che ogni creazione, anche la più piccola e simbolica, contiene al proprio interno. ‘Il Viaggio’ di ogni gioiello continua il proprio percorso ‘nelle mani’ e ‘nel cuore’ del committente, molto spesso donandolo e passandolo di generazione in generazione. Accompagnarlo con questi brevi incontri, diventa un ulteriore patrimonio da tramandare e ‘regalare’, fatto di conoscenza, aneddoti e della storia dell’origine dettagliata di quella particolare creazione. 

La rassegna ‘Il Viaggio’ si terrà nell’Atelier Orafo di Pesaro sabato 26 novembre, sabato 3 – 10 – 17 dicembre alle ore 17.00. Il maestro orafo accoglierà l’ospite accompagnandolo con un bicchiere di bollicine e guidandolo in percorsi affascinanti e inesplorati ai molti. 

Sabato 26 Novembre ore 17.00 Perle rare 

Sabato 3 Dicembre ore 17.00 Il Corallo 

Sabato 10 Dicembre ore 17.00 Pietre preziose vs Pietre semipreziose 

Sabato 17 Dicembre ore 17.00 I diamanti 

Tutti gli appuntamenti avranno accesso gratuito anche se, per una migliore accoglienza, è consigliabile la prenotazione, non obbligatoria. 

Devis Palazzi
Devis Palazzi è nome noto nel mondo dell’artigianato orafo e dell’alta gioielleria.

Orafo rinomato e creatore per maison importanti, mantiene la sua mission di ‘trattare ogni singolo pezzo come una piccola opera d’arte’, trovando grandi soddisfazioni nell’interpretare i desideri e sogni, spesso inespressi, della sua clientela più esigente. Frutto della geniale creatività dell'orafo DEVIS PALAZZI tutte le creazioni sono caratterizzate dalla passione nella ricerca di pietre e perle rare da cui prende vita un gioiello unico ed affascinante. Le creazioni personalizzate che esprimono la cura, l’attenzione artigianale, la creatività e la passione, diventano gioielli unici, dedicati a quell‘unica persona che li ha ispirati e per cui sono stati pensati. Sarà una creazione che prenderà vita dal disegno eseguito a mano poi trasformato nel progetto 3D che permette di ammirarne la lavorazione esclusiva e i colori delle gemme accostate tra loro in modo armonioso. Scoprirlo insieme è sempre un'emozione unica che cattura lo sguardo.  

Per i giornalisti si prega di contattare direttamente per incontri dedicati DEVIS PALAZZI ATELIER ORAFO Via della Maternità, 5 - Pesaro email: info@palazzidevisgioielli.it T: +39 0541 640571 T: +39 0721 67698   

giovedì 17 novembre 2016

L' Arte Morbida alla Galleria Domus Romana.

In pieno centro di Roma, nella splendida cornice della Galleria Domus Romana, in via delle Quattro Fontane 113, si terrà la terza edizione della mostra " Arte Morbida". L'inaugurazione avrà luogo il 24 novembre alle ore 17. La mostra proseguirà dal 25 al 27 novembre dalle 10 alle 20.

L'evento è organizzato dalla Scuola Romana Quilting con l'intento di far conoscere il Quilting nella sua forma meno conosciuta, appunto quella artistica e contemporanea.

Saranno esposte le opere di artisti pluripremiati in Italia e all'Estero, come ad esempio Sheila Frampton-Cooper, artista statunitense da qualche anno residente in Francia, apprezzata in tutto il mondo per le sue opere di Art Quilting, premiata nelle più qualificate competition, che per la prima volta espone in Italia 4 dei suoi più famosi quilts; Katie Pasquini Mosopust, da quasi 30 anni creatrice di quilts di arte contemporanea che sono ammirati e collezionati da una vasta gamma di estimatori. Dai suoi inizi come pittrice è passata al quilting tradizionale, il suo lavoro si è evoluto da Mandala strutturati e Mind-Blowing dimensionali, a paesaggi pittorici eseguiti con i tessuti e le tecniche di cucitura più creative. Oltre naturalmente a molte opere di alcuni dei maggiori esponenti italiani.

In esposizione presso l'Arte Morbida anche la mostra itinerante "Quiltomanti". Sarà possibile ammirare i 22 quilt rappresentanti le carte dei tarocchi, interpretate da altrettanti artisti.

Oltre alla visita, a ingresso libero delle 60 e più opere in Mostra, sarà possibile, previa iscrizione, partecipare nei giorni di venerdì, sabato e domenica ai work-shop nei quali alcune delle artiste presenti insegneranno le loro tecniche.

Potete trovare il programma completo dell'evento sulla pagina : 
http://www.scuolaromanaquilting.it/wordpress/arte-morbida-2016/




lunedì 14 novembre 2016

BOOM 60! Era arte moderna.

GIOVEDI A PALAZZO
Preludio alla bellezza con i capolavori in GAM
Le voci dei curatori sulle principali mostre italiane.

Giovedì 17 novembre, ore 16.30 
MARIELLA MILAN

"BOOM 60! Era arte moderna"

La mostra intende esplorare l'esperienza artistica del decennio 1955-1965, attraverso i rotocalchi illustrati dell'epoca, il cinema, la televisione e le opere di grandi maestri, tra i quali troviamo Arturo Tosi con l'opera Val Seriana del 1900, concessa in prestito dalla Galleria d'Arte Moderna Achille Forti. Il percorso espositivo della mostra "BOOM! 60 Era arte moderna" (Museo del Novecento, 18 ottobre 2016 - 12 marzo 2017, Milano) si concentra soprattutto sul contesto della città meneghina, centro della grande editoria commerciale e al tempo stesso della ricerca artistica più avanzata. Da tale narrazione emerge un'immagine dell'arte contemporanea e dei suoi protagonisti alternativa rispetto a quella della critica colta, dove i temi estetici s'intrecciano spesso con la presenza di celebrità del cinema, mentre un nuovo interesse per il mercato dell'arte moderna si affaccia sulle pagine delle riviste, in linea con l'ottimismo degli anni del boom economico. Mercato e collezionismo sono in espansione e, in nome del "miracolo" italiano, l'arte sembra destinata a entrare, come il frigorifero e il televisore, nelle case di tutti.

MARIELLA MILAN
Dottore di ricerca in storia dell'arte, si è occupata in particolare dell'arte moderna raccontata dalla stampa di attualità illustrata e delle fonti fotografiche nelle arti visive tra Otto e Novecento. Ha recentemente pubblicato il volume Milioni a colori. Rotocalchi e arti visive in Italia 1960-1964, Quodlibet, Macerata 2015. Curatrice, insieme ad Antonello Negri, Mariagrazia Messina e Desdemona Ventroni, dell'esposizione "BOOM 60! Era arte moderna".

Ingresso libero fino ad esaurimento posti.
Si consiglia la prenotazione anticipata a:
info@palazzodellaragioneverona.it
T. 045 8001903

Informazioni generali 
Palazzo della Ragione 
Galleria d’Arte Moderna Achille Forti
Cortile Mercato Vecchio
37121 Verona

Orario
Da martedì al venerdì 10.00-18.00
Sabato, domenica e festivi 11.00-19.00
Lunedì chiuso

Contatti 
T. 045 8001903 
info@palazzodellaragioneverona.it
www.palazzodellaragioneverona.it


Prossimi appuntamenti:

Giovedì 24 novembre, ore 16.30
I Nabis, Gauguin e la pittura italiana d'avanguardia
Palazzo Roverella, Rovigo
GIANDOMENICO ROMANELLI

Giovedì 15 dicembre, ore 16.30
Il Museo dell'universo. L'arte italiana e il genio dell'Europa
Scuderie del Quirinale, Roma
CAROLINA BROOK
VALTER CURZI



venerdì 11 novembre 2016

RWD - FWD di Alfredo Pirri per il progetto 'I pesci non portano fucili''.

Martedì 15 novembre 2016 alle ore 19.00 inaugura la mostra RWD - FWD ospitata presso lo Studio/Archivio di Alfredo Pirri e promossa da Nomas Foundation.

Curata da Ilaria GianniRWD - FWD è la prima tappa del progetto I pesci non portano fucili,titolo scelto dall'artista in omaggio all'opera The Divine Invasion di Philip K. Dick (1981), in cui l'autore immagina una società disarmata e fluida come il mare aperto.


RWD - FWD mette in luce il lavoro di Alfredo Pirri e la sua poetica, rintracciandone le origini e il percorso a partire dal suo archivio personale. La scelta di usare lo studio dell'artista come spazio espositivo nasce dal desiderio di far entrare il visitatore in contatto con un luogo di meditazione, creazione e di archiviazione.

Una selezione di materiale prodotto e conservato dall'artista, testimonianze e tracce del suo percorso di ricerca, dagli anni Ottanta a oggi, sarà rivelato al pubblico per la prima volta. Bozzetti, note, fotografie, lettere, schizzi, video, documenti inediti, progetti di opere e di incontri, permetteranno allo spettatore di addentrarsi nel processo artistico e intellettuale di Pirri.

La molteplicità e la varietà dei materiali esposti sottolinea come l'attività dell'artista non si sia distinta solo nell'ambito delle arti visive ma anche del teatro, nell'architettura e nella grafica, campi in costante dialogo e spesso inscindibilmente legati nell'opera di Pirri.


Durante tutto il periodo di apertura della mostra, la sede di Nomas Foundation si trasformerà in un vero e proprio laboratorio in cui l'artista lavorerà alla creazione di un'opera di grandi dimensioni. Fino al mese di gennaio 2017 il visitatore potrà osservare il procedere della creazione dell'opera ed essere coinvolto, attraverso una serie di incontri organizzati per l'occasione, nel processo di ricerca creativa. 

L'opera, che sarà presentata ufficialmente durante il finissage della mostra - presso Nomas Foundation il 25 gennaio 2017, il giorno del sessantesimo compleanno di Pirri - verrà poi esposta nella retrospettiva dedicata all'artista, a cura di Benedetta Carpi de Resmini e Ludovico Pratesi, che inaugurerà nel 2017 nella sede del MACRO Testaccio.

Tappa intermedia tra le due mostre sarà un convegno ospitato dal MAXXI che affronterà il rapporto tra arte e architettura, riflessione fondamentale del percorso di Pirri. Questo "passaggio di testimone" è indicativo del clima di collaborazione istituzionale e di condivisione progettuale tra diverse realtà culturali romane, pubbliche e private, da cui è scaturita l'intera iniziativa I pesci non portano fucili che si propone come un valido modello di rete culturale fortemente sostenuto dall'artista, in cui ogni tappa sarà autonoma ma in dialogo con le altre.


Ogni domenica la rivista online Alfabeta2 ospiterà una documentazione di testi, video e audio proveniente dall'Archivio Alfredo Pirri, a cura di Chiara Pirri.


giovedì 10 novembre 2016

Mosaico di Spilimbergo. Oggetti domestici per abitare con Arte

La Galleria Fatto ad Arte continua il suo viaggio nei territori dell'artigianato artistico italiano con la mostra ‘Mosaico di Spilimbergo. Oggetti domestici per abitare con Arte’ dal 18 novembre fino al 22 dicembre 2016.

Dopo l'alabastro di Volterra raccontato attraverso il confronto tra due maestri - Mangiarotti e La Pietra - la galleria presenta una collezione 'storica ' dedicata al mosaico di Spilimbergo, composta da una serie di 'oggetti domestici' disegnati da vari autori e realizzati dai più prestigiosi laboratori musivi di Spilimbergo.

Una collezione che ha origine nel 1996 in quelle fondamentali esperienze espositive 'Progetti e territori' e ‘Genius Loci' ad Abitare il Tempo a Verona curate da Ugo la Pietra. Mostre sperimentali che hanno prodotto una serie significativa di opere e oggetti più che mai ora contemporanei, in un momento in cui va ripensata la definizione di 'fatto a mano'.

Con l'intuito e la capacità di guardare oltre il suo tempo, Ugo La Pietra aveva compreso che, nella storica area di lavorazione del mosaico di Spilimbergo, era necessario per il suo sviluppo futuro affrontare alcuni temi progettuali più vicini all'oggetto d'uso che non alle grandi superfici (come pavimenti e pareti) che hanno fatto la fortuna di questi territori.

E’ così che sono nati oggetti d'eccezione come tavoli, consolle, specchi a cui oggi si sono aggiunti anche vasi e urne progettati con lo stesso spirito di allora: rinnovare nelle forme e negli usi un territorio storico, soddisfare alcune richieste di consumo attorno all'oggetto 'fatto ad Arte', trasformare e rinnovare una tradizione artigianale che si prepara ad entrare nel paesaggio domestico. 

La mostra ‘Mosaico di Spilimbergo. Oggetti domestici per abitare con Arte’, come tutta l’attività della Galleria Fatto ad Arte, vuole testimoniare come, negli ultimi venti anni, si è sviluppato u processo di trasformazione e rinnovamento di un'area, quella delle arti applicate, che sembrava solo destinata a ripetere modelli del passato.

Le arti applicate infatti sono al centro dell’attività di promozione e valorizzazione della Galleria Fatto ad Arte che, fin dalla sua fondazione nel 1997 a Monza, è stata supportata dal contributo creativo e scientifico di Ugo La Pietra e che oggi vuole riportare all’attenzione del mondo del design il sistema dell’artigianato artistico italiano: dalla ceramica al mosaico, passando per il vetro, il marmo e la migliore ebanisteria. Da gennaio 2016 aperta a Milano, la Galleria rappresenta quindi un unicum nel panorama espositivo cittadino e nel corso degli anni ha collaborato con vari artisti e designer tra cui Leandro Bonti, Paolo Coretti, Stefano Follesa, Elisabetta Gonzo, David Palterer, Andrea Pellicani, Franco Poli, Irene Taddei, Alessandro Vicari solo per citarne alcuni, propone ndo mostre, pubblicazioni, seminari, partecipazioni a fiere in Italia e all’estero e anche delle vere e proprie Edizioni Fatto ad Arte che reinterpretano e rinnovano la tradizione artigiana italiana.

Opere di: Paolo Coretti, Aldo Furlan, Elisabetta Gonzo, Ugo la Pietra, Ugo Marano, Andrea Pellicani, Alessandro Vicari, Nanda Vigo.

www.fattoadarte.com



domenica 6 novembre 2016

Il rosso e il peperoncino piccante

“In sintonia con le esposizioni fatte in precedenza, lo spazio del Millennium ospita sei opere di altrettanti artisti (Roberta Folini, Fabio Locatelli, Luciana Maggi, Clara Mallegni, Vittorio Simonini, Maria Teresa Vanalesta), peraltro già presenti in una recente mostra di gruppo, sempre in Versilia. Si tratta di creazioni grafico-pittoriche realizzate con varie tecniche dove gli elementi guida sono sia il colore rosso, sia quel 'peperoncino piccante' sempre più presente nella culinaria italiana così ben espressa proprio al Millennium”. (L. G.)


Orario 8-22. Ingresso libero. Domenica chiuso.

Note e info: Organizzazione Comitato Archivio artistico-documentario Gierut


(Associazione con fini non di lucro). Chiedere notizie specifiche a Lodovico Gierut lodovico@gierut.it www.gierut.it Cell. 3343174658. Millennium / Spazio alternativo-ristorativo 0584-745534 – Cell. 3381678507. I lavori esposti non sono in vendita, ma se qualora a qualcuno interessassero le opere, può fare una giusta offerta e il ricavato sarà devoluto, unicamente tramite C/C, ad associazioni no-profit che aiutano persone diversamente abili e/o in aiuto alle popolazioni del Centro Italia colpite dal terremoto 2016.

Il rosso e il peperoncino piccante
SPAZIO MILLENNIUM MOTRONE
Pietrasanta (LU) - dal 7 novembre al 30 dicembre 2016
Via Aurelia Sud 122 (55045)
Marina
+39 058424347 , +39 058424347 (fax)

venerdì 4 novembre 2016

Atlante Energetico di Elena Mazzi domenica 6 novembre alla GAM

Domenica 6 novembre 2016 la GAM - Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea di Torino e la Fondazione Spinola Banna per l'Arte presenteranno il progetto Atlante Energetico di Elena Mazzi all’interno del programma di formazione per artisti realizzato in collaborazione tra GAM e Fondazione Spinola Banna per l’Arte 



In questa occasione presento in GAM una prima restituzione del progetto Atlante Energetico,dove analizzo i diversi aspetti che coinvolgono il territorio piemontese, il suo paesaggio e una delle sue risorse alimentari principali: il riso.Tracce, disegni, appunti di studio e di lavoro realizzati durante un primo sopralluogo vengono raccolti e presentati su una serie di sacchi in cotone contenenti diverse qualità di riso del territorio vercellese. Una sorta di appunto di viaggio, possibili pagine di un atlante che segnala l’inizio di un percorso da portare avanti con cinque artisti e ricercatori, alla scoperta del territorio complesso e delicato delle risaie, che diventano un paesaggio da esperire, conoscere, salvaguardare, narrare mediante una visione sia diretta sul campo che indiretta attraverso lo studio di fonti storico-scientifiche”. Elena Mazzi

Domenica 6 novembre 2016
ore 12.00
GAM Torino - Primo piano



mercoledì 2 novembre 2016

Mosaico di Spilimbergo. Oggetti domestici per abitare con Arte

La Galleria Fatto ad Arte continua il suo viaggio nei territori dell'artigianato artistico italiano con la mostra ‘Mosaico di Spilimbergo. Oggetti domestici per abitare con Arte’ dal 18 novembre fino al 22 dicembre 2016.

Dopo l'alabastro di Volterra raccontato attraverso il confronto tra due maestri - Mangiarotti e La Pietra - la galleria presenta una collezione 'storica ' dedicata al mosaico di Spilimbergo, composta da una serie di 'oggetti domestici' disegnati da vari autori e realizzati dai più prestigiosi laboratori musivi di Spilimbergo.

Una collezione che ha origine nel 1996 in quelle fondamentali esperienze espositive 'Progetti e territori' e ‘Genius Loci' ad Abitare il Tempo a Verona curate da Ugo la Pietra. Mostre sperimentali che hanno prodotto una serie significativa di opere e oggetti più che mai ora contemporanei, in un momento in cui va ripensata la definizione di 'fatto a mano'.

Con l'intuito e la capacità di guardare oltre il suo tempo, Ugo La Pietra aveva compreso che, nella storica area di lavorazione del mosaico di Spilimbergo, era necessario per il suo sviluppo futuro affrontare alcuni temi progettuali più vicini all'oggetto d'uso che non alle grandi superfici (come pavimenti e pareti) che hanno fatto la fortuna di questi territori.

E’ così che sono nati oggetti d'eccezione - come tavoli, consolle, specchi a cui oggi si sono aggiunti anche vasi e urne - progettati da Paolo Coretti, Aldo Furlan, Elisabetta Gonzo, Ugo la Pietra, Ugo Marano, Andrea Pellicani, Alessandro Vicari, Nanda Vigo con lo stesso spirito di allora: rinnovare nelle forme e negli usi un territorio storico, soddisfare alcune richieste di consumo attorno all'oggetto 'fatto ad Arte', trasformare e rinnovare una tradizione artigianale che si prepara ad entrare nel paesaggio domestico. 

La mostra ‘Mosaico di Spilimbergo. Oggetti domestici per abitare con Arte’, come tutta l’attività della Galleria Fatto ad Arte, vuole testimoniare come, negli ultimi venti anni, si è sviluppato u processo di trasformazione e rinnovamento di un'area, quella delle arti applicate, che sembrava solo destinata a ripetere modelli del passato.

Le arti applicate infattisono al centro dell’attività di promozione e valorizzazione della Galleria Fatto ad Arte che, fin dalla sua fondazione nel 1997 a Monza, è stata supportata dal contributo creativo e scientifico di Ugo La Pietra e che oggi vuole riportare all’attenzione del mondo del design il sistema dell’artigianato artistico italiano: dalla ceramica al mosaico, passando per il vetro, il marmo e la migliore ebanisteria. Da gennaio 2016 aperta a Milano, la Galleria rappresenta quindi un unicum nel panorama espositivo cittadino e nel corso degli anni ha collaborato con vari artisti e designer tra cui Leandro Bonti, Paolo Coretti, Stefano Follesa, Elisabetta Gonzo, David Palterer, Andrea Pellicani, Franco Poli, Irene Taddei, Alessandro Vicari solo per citarne alcuni, proponendo mostre, pubblicazioni, semi nari, partecipazioni a fiere in Italia e all’estero e anche delle vere e proprie Edizioni Fatto ad Arte che reinterpretano e rinnovano la tradizione artigiana italiana.


Galleria Fatto ad Arte - Mosaico di Spilimbergo
Oggetti domestici per abitare con Arte
A cura di Ugo La Pietra e Paolo Coretti
Presentazione del catalogo di Anty Pansera
18 novembre – 22 dicembre 2016
Inaugurazione giovedì 17 novembre dalle 18:30

Via Moscova 60 - Milano


Segnalato da : 
Maria Chiara Salvanelli
Via Bocconi 9
20136 Milano
cell + 39 3334580190 tel +39 02 39461253
mariachiara@salvanelli.it

martedì 1 novembre 2016

Michael Rotondi. Post-ornamento

Con oltre venti opere – tra tecniche miste su tela, su carta e su tessuti non intelaiati – la galleria Area B di Milano presenta dall’11 novembre al 20 dicembre 2016 il nuovo ciclo di lavori di Michael Rotondi (1977).

Curata da Alberto Zanchetta, la personale “Post-ornamento” propone un ritorno alla natura inteso come rivincita della semplicità, una sorta di “decrescita felice”, o “festosa” come preferisce definirla l’artista, della pittura che torna ad uno dei suoi temi più classici: quello della natura morta.  Un riscatto che viene riscosso senza traumi o azioni aggressive, ma tutto sul piano iconografico restituendo all’aspetto decorativo e all’ornamento, parti spesso marginali e di puro abbellimento, il ruolo di protagonista dell’opera. Un’arte fatta di rimandi, che non attinge alla realtà, ma all’arte stessa: le immagini di Rotondi nascono da altre immagini. Ispirandosi alle figure floreali di antichi erbari e stampe medievali, l’artista sperimenta fino ad approdare ad un linguaggio che, a partire dall’iconografia antica, mescola suggestioni contemporanee provenienti dal mondo della musica, dall’universo della street art, dell’illustrazione indipendente e dell’immaginario punk, indie e pop, con incursioni sia nella cultura “alta” che popolare. Una ricerca che giunge, in alcuni casi, a perdere il suo figurativismo e a sfociare nell’astratto dando vita a una concezione di natura morta del tutto nuova.

Influenzato dal Beuys di Difesa alla Natura, azione del 1984, che incoraggiava una riconciliazione con l’elemento naturale, ma anche dall’idea sempre beuysiana di una funzione sociale dell’arte, per Michael Rotondi l’arte è prima di tutto “bene comune, sociale e pubblico”.  Per questo motivo all’interno dei suoi lavori si ritrovano sempre elementi che, oltre a provenire da suoi ricordi personali e da immagini legate alla sua biografia, attingono alla memoria collettiva, a un immaginario che appartiene a tutti. Non solo. Le opere dell’artista, barese di nascita e livornese d’adozione, sono “bene pubblico” anche perché, talvolta, frutto dell’intervento di più mani. Se in passato Rotondi ha infatti invitato più volte altri artisti ad agire insieme a lui sui suoi lavori, in questa occasione la richiesta è stata inoltrata al curatore Zanchetta che in fase di allestimento negli spazi della galleria Area B sarà libero di intervenire sulle opere e assemblarle anche secondo la propria interpretazione.

Completa la mostra un catalogo edito da Area B con testo critico di Alberto Zanchetta.


Michael Rotondi. Post-ornamento
A cura di Alberto Zanchetta
Sede Area B, Via Marco D’Oggiono 10, 20123 Milano
Date 11 novembre – 20 dicembre 2016
Inaugura giovedì 10 novembre, ore 18.30
Orari dal martedì al sabato, h. 10-13 / 15-18. Chiuso domenica e lunedì.
Ingresso libero
Catalogo edito da Area B con testo di Alberto Zanchetta
Info al pubblico info@areab.it | +39 02 89059535