Blog di servizio gratuito per la comunicazione in Arte

giovedì 31 marzo 2016

Collage à trois al Teatro San Teodoro di Cantù

Domenica 10 aprile il Teatro San Teodoro di Cantù inaugura Collage à trois, una mostra che presenta la recente produzione di tre artisti che hanno fatto del papier collé la loro cifra stilistica: Francesca Belgiojoso, Dorella Fallanca e Zeno Peduzzi.

La mostra, a cura di Elisa Fusi, è composta da circa trenta lavori inediti realizzati attraverso l'accostamento di ritagli e frammenti di carta prelevati da fonti eterogenee e assemblati in un discorso nuovo. Materiali poveri e quotidiani come giornali, fotografie, cartine geografiche e manuali di anatomia diventano nuova materia per composizioni provocatorie e concettuali, ironiche e poetiche, in bilico tra figurazione e astrazione.

Il principio creativo alla base della tecnica del collage verte sul binomio rottura-ricreazione, per il quale un discorso viene interrotto ed estrapolato dal contesto originario per essere ricostruito attorno a un nuovo nucleo concettuale. Attraverso la prassi compositiva della selezione, del prelievo e dell'accostamento di residui e scarti effimeri, le opere dei collagisti si configurano come l'esito di una fantasia libera, anarchica e, insieme, ragionata, che all'istinto associa l'intenzione progettuale.

Per ciascun artista la carta si configura come il materiale privilegiato e il collage diventa il filo conduttore della ricerca. Le opere di Francesca Belgiojoso si contraddistinguono per gli accostamenti sintetici e fugaci che vertono sulla sintesi dell'immagine, composta da due o tre brani visivi associati per volta. La nuova serie di lavori esposta trae il titolo da un haiku del poeta giapponese Masahide: Il tetto si è bruciato: 
ora 
posso vedere la luna. Proprio come l'haiku giapponese condensa un significato in poche selezionate parole, così l'artista opera sulle immagini un iter sottrattivo e purificativo. 

I collages di Dorella Fallanca sono maggiormente narrativi, raccontano luoghi, viaggi, situazioni attraverso pochi e semplici materiali tratti dall'uso quotidiano: libri e giornali, cartine geografiche, rivestimenti di vecchie valigie. Sono composizioni che evocano uno spirito libero e giocoso, espresso soprattutto dal fascino dell'objet trouvé che diventa protagonista del quadro e ne definisce l'intero sistema di significato. 

Infine, Zeno Peduzzi è colui che del gruppo inserisce nel collage la provocazione e il sarcasmo, elementi di una critica contro i clichés della società moderna e dei suoi costumi. Ritagli tratti da manuali di anatomia, biologia, matematica si affiancano a quelli prelevati da riviste di moda e bellezza del secolo scorso, per generare accostamenti illogici e pungenti, nutriti dello sguardo ironico e perturbante e della fantasia sovversiva tipica dei dadaisti.


Francesca Belgiojoso, nata a Milano nel 1980, psicoterapeuta e artista, è crescita intrecciando le due formazioni. Dopo il liceo artistico studia psicologia, e parallelamente lavora come assistente a diversi fotografi. È ricercatrice presso l'Università di Bologna per l'International Association for Art and Psychology per poi specializzarsi come psicoterapeuta nell'utilizzo della fotografia integrato alla pratica clinica. Da tre anni porta avanti un progetto artistico attraverso l'uso del collage: fotografie e ritagli di riviste, d'epoca e contemporanee, si uniscono in libere associazioni creando nuove storie fra arte e psicologia.

Dorella Fallanca è nata nel 1960 a Cantù (Co), dove dal 1990 lavora come restauratrice di arte contemporanea. Dopo aver conseguito il diploma in pittura all'Accademia di Belle Arti di Brera, dal 1976 al 2004 lavora presso lo studio dell’artista Paolo Minoli dove tra i molti insegnamenti riceve quello dell'attuale professione. Come artista ha partecipato a numerose esposizioni collettive. 

Zeno Peduzzi è nato nel 1981 a Mariano Comense (Co). È artista e graphic designer, laureato nel 2004 presso la Nuova Accademia di Belle Arti di Milano. Dopo un periodo che l'ha visto impegnato sul fronte della street art, Peduzzi ha portato l'interesse per la composizione e per il rigore formale, predominanti nella sua professione, sulla minore dimensione del supporto cartaceo, ricorrendo alla tecnica del collage e partecipando con le sue opere a numerose mostre collettive e personali.


Francesca Belgiojoso | Dorella Fallanca | Zeno Peduzzi
Collage à trois
a cura di Elisa Fusi
Inaugurazione domenica 10 aprile, ore 19
In mostra fino al 30 aprile 2016
Teatro Comunale San Teodoro, via Corbetta 7, Cantù (CO)
Ingresso libero
La mostra è visitabile negli orari di apertura del teatro, in presenza di spettacoli teatrali e durante gli aperitivi della domenica.
Per informazioni: mostre@teatrosanteodoro.it; elisa.fusi90@gmail.com; 3478086566

mercoledì 30 marzo 2016

Ogni Opera di Confessione

Il film-documentario Ogni Opera di Confessione (67', ITA, 2015), opera prima dei registi Alberto Gemmi e Mirco Marmiroli, è stato selezionato in anteprima mondiale a Visions du Réel – Festival International de Cinéma Nyon nella categoria competitiva Regard Neuf. Le proiezioni si terranno a Nyon, in Svizzera, venerdì 15 aprile (Salle Communale, ore 17.00) e sabato 16 aprile 2016 (Capitole Leone, ore 12.15).

Visions du Réel, fondato nel 1969, rappresenta da diversi anni uno dei festival europei più prestigiosi nell'ambito del cinema documentario e di osservazione, accogliendo ogni anno grandi nomi del cinema come Frederick Wiseman, Alexandre Sokourov, Raymond Depardon, Johan van der Keuken, Robert Kramer, Atom Egoyan e Apichatpong Weerasethakul e Gianfranco Rosi.

Due anni di ricerca. Tanto è il tempo che ci è voluto per trasformare e restituire i primi sopralluoghi, i primi dialoghi, le prime impressioni, in un film.
Ogni Opera di Confessione è un lavoro che mette a fuoco le relazioni e le memorie che scaturiscono dalla penetrazione in uno spazio vuoto, quello delle ex Officine Meccaniche Reggiane, di cui viene raccontata la vita trascorsa, un passato glorioso (mai citato in maniera malinconica) ma soprattutto un presente in costruzione che si sta articolando e poco alla volta crescendo attorno ad esse. 

Il vuoto di uno spazio produttivo, una grande città-officina disabitata, un rottame del Novecento che rimane spiaggiato, inanime alla fine di un lungo corso. Ma nei vuoti si aggirano personaggi, brulicano protagonisti come residui di una grande storia. Le Reggiane non si materializzano nel loro insieme se non per pochi fotogrammi. In realtà tutto il film è una strategia di avvicinamento allo spazio che mette in luce una pluralità di personaggi e di singole comunità che vivono ai margini del vuoto. Comunità religiose (pentecostali o islamiche) che testimoniano il ruolo di grande cambiamento che ha avuto l'immigrazione nella trasformazione dei quartieri circostanti le Reggiane. Una serie di personaggi e visioni imperniate su due racconti silenziosi – quello di Emore simbolo di un passato glorioso e di Claudio simbolo di un futuro in divenire – che si dispiegano lungo il film attraverso i gesti minimi della quotidianità.

Ogni Opera di Confessione è un oggetto complesso. Un'opera che poggia sulla certezza formale del linguaggio cinematografico – a cavallo tra cinema-verità e cinema di osservazione – ma allo stesso tempo capace di declinare e muovere contenuti che si rivolgono in maniera quasi plastica ad un tempo, ad uno spazio e ad una gestualità che escono dalla specificità di quel linguaggio per abbracciarne altri: la scultura, l'installazione, la performance, fin anche la pittura nell'uso dei colori e della ritrattistica. 

Il film è stato realizzato in collaborazione con Emilia-Romagna Film Commission, con il contributo di Arci Reggio Emilia, in collaborazione con Cantieri d'Arte-Public Art Project nell'ambito del programma La Ville Ouverte. A cura di Marco Trulli e Claudio Zecchi. 
Date e orari delle proiezioni: 
Venerdì 15/04/2016 ore 17:00 - Salle Communale
Sabato 16/04/2016 ore 12:15 - Capitole Leone
Visions du réel:
Place du Marché, 2 1260 Nyon – Svizzera
Info:
www.visionsdureel.ch
www.ognioperadiconfessione.com
www.facebook.com/OgniOperadiConfessione/  

mercoledì 23 marzo 2016

Com'è Lucente alluminio al Premio COMEL

Il Premio COMEL (appuntamento dedicato agli artisti dell'Unione Europea) ha raggiunto in pochi anni una posizione di riguardo tra i migliori premi d'arte e si conferma unico nel suo genere nell' Europa.

Tra gli obiettivi, si legge nel bando della V edizione, la promozione dell'Arte Contemporanea, lo scambio multiculturale tra i Paesi dell'Unione Europea; il consolidamento del legame tra arte ed impresa; la valorizzazione dell'alluminio, materiale che, oltre ad avere una valenza estetica rilevante, è estremamente versatile.

Tema del nuovo bando è la luce (il titolo della mostra sarà "Lucente alluminio") da declinare liberamente secondo il proprio estro. Si legge nel bando: "La nuova edizione del Premio COMEL 2016 vuole consentire agli artisti di mettere in evidenza la luce dell'alluminio, la sua capacità di riverberare in superficie, riflettere, specchiare, illuminare, invocare chiarità, emanare e infine unire spazi e dimensioni; senza considerare il suo opposto (il buio) come caratteristica negativa, e anzi facendone un momento essenziale della sua forza espressiva."


C'è tempo fino al 30 giugno per iscriversi e sicuramente saranno numerose le proposte da tutta Europa. Centinaia quelle giunte nell'ultima edizione, con nomi eccellenti del panorama artistico internazionale e grande risonanza della stampa.

Una giuria di esperti valuterà le opere e sceglierà le tredici che parteciperanno alla mostra. Successivamente sarà scelto il vincitore unico a cui andranno 3500 euro e la possibilità di allestire una personale presso Spazio COMEL.

Contatti: www.premiocomel.it - info@premiocomel.it

Per maggiori informazioni:
http://www.premiocomel.it/it/bando-premio-comel-2016/
http://www.premiocomel.it/it/adesione-premio-comel/

lunedì 21 marzo 2016

Sostieni gli ospedali di Emergency: Giovedì 24 marzo vai a vedere Land of Mine - Sotto la Sabbia

In occasione dell'uscita in sala del film Land of Mine - Sotto la Sabbia, del regista danese Martin Zandvliet (A Funny Man, Applause), che nei mesi passati ha sorpreso e conquistato il pubblico dei principali festival mondiali, la casa di distribuzione del film, Notorious Pictures, sostiene gli ospedali di Emergency per le vittime di guerra in Afghanistan.

Il film racconta infatti un frammento di storia ancora sconosciuto a molti: nel 1945 un gruppo di giovanissimi soldati tedeschi fu deportato in Danimarca per rimuovere milioni di mine posizionate nelle coste danesi. Ancora oggi in 54 paesi nel mondo ci sono milioni di mine inesplose, si stima che in media ogni giorno siano 10 le vittime di mine antiuomo, di cui l'80% civili. 

Per questo Notorious si impegna a donare la propria quota dell'incasso del primo giorno di programmazione del film - giovedì 24 marzo - in favore di Emergency e dei feriti da mine antiuomo. Da dicembre 1999 l'associazione italiana ha prestato cure medico-chirurgiche gratuite e di elevata qualità in Afghanistan a oltre 4.600.000 persone (dati al 30 giugno 2015) nei suoi tre centri chirurgici, nel Centro di maternità, nei punti di Primo Soccorso e Centri Sanitari.

Per sostenere questa campagna, basta andare al cinema giovedì 24 marzo a vedere Land of Mine - Sotto la Sabbia, un viaggio inaspettato ed emozionante, una storia che parla di odio e vendetta, ma anche di amore e riconciliazione.

sabato 19 marzo 2016

The barracuda trip - Giulia Maglionico

Dopo il successo ottenuto con le opere esposte all’interno della collettiva “Contemporary Art in Contemporary Food” tenutasi lo scorso anno nella galleria bresciana, Giulia Maglionico torna allo STUDIO LB e apre la stagione primaverile con un’interessante mostra personale : The barracuda trip.

Viaggio immaginario di un barracuda che con la sua tagliente e filante silouette attraversa grandi spazi marini subacquei fissando nella mente, come fosse un’ideale macchina fotografica, immagini rubate dai profondi fondali blu , e dai piu chiari e colorati paesaggi del reef, dove scogli coralli pesci di mille colori, granchi, meduse, aragoste, molluschi, stelle marine….e non solo… fanno bella mostra di se.

Il tutto è rappresentato con grande ironia e capacità pittorica dell’artista in un tripudio di forme e colori che ci proietteranno verso l’agognata estate!!!


GIULIA MAGLIONICO - THE BARRACUDA TRIP
STUDIO LB CONTEMPORARY ART
Brescia - dal 19 marzo al 30 aprile 2016
Via Dei Musei 83 (25121)
+39 03046253 , +39 03046253 (fax), +39 3356166605
info@studiolb.eu
www.studiolb.eu


venerdì 18 marzo 2016

So Far So Good di Paul Czerlitzki alla Brand New Gallery

Brand New Gallery sta presentando “So Far So Good”, la prima mostra personale dell’artista polacco Paul Czerlitzki in Italia.

Nato a Gdansk nel 1986, Paul Czerlitzki presenta in “So Far So Good” una grande opera murale ed alcune tele concettuali di grandi dimensioni facenti parte della serie di opere chiamata pictorial corpora, dipinti che sono tra loro legati sin dal loro processo creativo.

Il wall painting, studiato appositamente per lo spazio della galleria, è realizzato attraverso l’utilizzo delle tele come transfer performativo del materiale pittorico. I pigmenti di colore acrilico che l’artista stende sulla tela, la trapassano sino ad arrivare a trasferirsi sul muro. In tal modo, Czerlitzki ha un controllo relativo su quello che poi sarà il risultato finale. L’opera è quindi il negativo di ciò che l’artista ha creato sulla tela.

In questa serie di opere, Czerlitzki porta avanti un’idea organica di opere che si propagano in ogni direzione: dai singoli dipinti all’insieme dell’installazione. In tal modo la pittura è concepita come un campo in cui giocare e dove, poco a poco, compiere uno slittamento dei propri paramenti (il formato, la superficie, la pittura, il controllo e la casualità).

Czerlizki approfondisce la sua ricerca sull’interazione tra spazio, osservatore ed opera attraverso un corpus di lavori che cambiano colore a seconda della posizione di chi osserva. Per ottenere ciò, durante la preparazione del wall painting, l’artista lascia che la polevere di acrilico si depositi sulle tele bianche. In questo modo, nascono le così dette “dust pieces”. Superfici effimere caratterizzate da un grande potere seduttivo che attraggono lo sguardo dell’osservatore che partecipa alla creazione dell’opera stessa spostandosi all’interno dello spazio espositivo. La polvere acrilica si fissa sulla superficie solo dopo un lungo periodo di posa e pertanto possono mutare a seconda del luogo in cui sono esposte. “So Far So Good” si pone in connessione con le ultime due mostre personali dell’artista: Anna da Johann König (Berlino, 2015) e More Time inaugurata a febbraio 2016 presso Galerie Laurent Godin (Parigi).

Paul Czerlitzki
(1986, Gdansk,PL) vive e lavora a Düsseldorf, DE.
Paul Czerlitzki si è laureato presso la Staatliche Kunstakademie nel 2014 come allievo di Katharina Grosse. Tra le personali recenti: la mostra programmata per il 2016 da Johann König (Berlino, 2016); Galerie Laurent Godin (Parigi, 2016); Johann König (Berlino, 2015); Melange (Cologna, 2015). Tra le collettive a cui ha partecipato: Jahresgaben 2015, Koelnischer Kunstverein (Cologna, 2015); Vom Großen und Ganzen, Sammlung Haus N (Neumünster, 2015); First Flush, Bayer Kulturhaus (Leverkusen, 2015); Bischoff Projects (Francoforte, 2015); NOTHER PLACE / ANOTHER SPACE / TOGETHER, Quadriennale (Düsseldorf, 2014).

SO FAR SO GOOD - PAUL CZERLITZKI
Fino al 2 APRILE, 2016

BRAND NEW GALLERY
via Farini 32, 20159 Milano
t. +39.02.89.05.30.8
da martedì a sabato
11.00-13.00|14.30-19.00
info@brandnew-gallery.com
www.brandnew-gallery.com
PRESS OFFICE
press@brandnew-gallery.com

mercoledì 16 marzo 2016

Metropoli Terra Di Bari

Museo della Fotografia Politecnico di Bari
Via Orabona, 4 - 70125 Bari

21 Marzo 2016 ore 10.00
mostra di Vincenzo Castella "Metropoli Terra Di Bari"


METODOLOGIA DELLA CONOSCENZA
L'immagine della Metropoli Terra di Bari osservata dall'alto e recepita dall'occhio e dalla mente di Vincenzo Castella, integra le visioni di questa Terra proiettate al 2035 dei membri del Comitato Scientifico del Piano Strategico BA2015. Gli scatti che seguono rappresentano l'analisi visiva di un grande Fotografo operata su un territorio in divenire, un insieme vivo di elementi, di particolari, di contrasti, una miscela che si trasforma e trasforma la nostra percezione degli oggetti e dello spazio, in un modo per noi consapevole e inconsapevole al tempo stesso. Non appena ho parlato a Vincenzo Castella di questo progetto, durante l'estate del 2008, ne è stato entusiasta.  A settembre dello stesso anno siamo andati insieme su per terrazzi di abitazioni che ne sovrastavano altre, per scale logore di campanili di chiese, evitando batacchi, reti metalliche e tiranti di acciaio, per “guardare” dall’alto i paesaggi deittici delle città, a riconoscere i segni delle affinità, delle mescolanze e delle dispersioni di identità. “Gli uomini non si accorgono di tutte le immagini contenute nelle città e non si accorgono completamente di quello che (in esse stesse) sta accadendo". Non c’è in Castella la libidine per l’architettura tautologica vista come “scatola magica” e messa lì in posa, pronta per essere fotografata. Lui stesso afferma che il suo interesse è rivolto alla città come “laboratorio”, alla forma del contenitore che presagisce il ritmo del contenuto. “L’aspetto della scultura, l’isolamento metaforico di un oggetto tridimensionale, non mi ha mai colpito particolarmente: mi interessa l’insieme, il passaggio, la cerniera, la dimensione transiente tra un oggetto e l’altro” Il suo sguardo indietreggia a comprendere un’immagine piena, stipata (penso ai paesaggi di Atene e di Genova, o a quelli di Amsterdam e di Ramallah, così come all’immobile percorso delle abitazioni di Polignano, Bitonto, Gioia del Colle, ...) a capire il linguaggio delle città, la percezione e la ragione di un luogo, senza il compiacimento del narciso. “Sospetto che non siano tanto le persone che cambiano le città, ma che esse stesse quasi automaticamente riescano a comunicare tra loro e ad assomigliarsi sempre di più. [...] Le città cambiano uniformando i loro aspetti senza l’intervento degli uomini, cambiando il sistema di relazioni, la soglia, la divisione, la somiglianza.” L’artista misura la città che si disegna, autodefinendosi, alle luci uniformi. “L’iperluce, una cosa che esiste, ma non viene da nessuna parte” provoca deboli ombre, forme intersecate di cromatismi che sempre più si assomigliano, di volumi e di simboli che si ripetono e si moltiplicano. Sempre attento a far collimare il paesaggio, facendolo transitare in una griglia, contenendolo in una sorta di paradigma eidetico, in un va e vieni di invisibile appercezione tra osservato e osservatore.


La Nature est un temple où de vivants piliers
Laissent parfois sortir de confuses paroles;
L’homme y passe à travers des forêts de symboles
Qui l’observent avec des regards familiers.
Comme de longs échos qui de loin se confondent
Dans une ténébreuse et profonde unité,
Vaste comme la nuit et comme la clarté,
Les parfums, les couleurs et les sons se répondent.


Castella oltrepassa il mondo inanimato dei coniugi Becker, a cui pure ha guardato con interesse, privilegiando le variazioni del “modello” là dove si sfalda, osservando sul grande vetro smerigliato i dettagli, le forme, l’effetto del passaggio, ma anche l’appiattimento e l’uniformità strutturale e cromatica, ricomponendo l’insieme che trasmigra, intero e fluido, all’apertura dell’otturatore, fino a impressionare il sensible side della pellicola. La città esiste perché, nella sensazione in atto, viene interamente percepita nella sua complessità, come entità misurabile e mutabile. Una metodologia già percorsa da Aristotele mediante l’utilizzo degli aisthémata e dei phantàsmata. I primi, gli aisthémata, sono l’insieme degli oggetti sensibili percepiti e i phantàsmata sono la rappresentazione iconografica degli oggetti nel nostro pensiero e quindi capaci di dotare l’oggetto stesso della percezione di un contenuto formale. Come più volte sostenuto da Castella, nelle sue fotografie la memoria sopravvive non come nostalgia del vissuto, ma in quanto immaginazione degli oggetti geometrici realmente percepiti, utile quindi a stabilire un medium tra intelletto e oggetti sensibili. In conclusione potremmo considerare le Fotografie di Vincenzo Castella non soltanto come opere d’arte, ma anche un potente medium della gnoseologia aristotelica.

Pio Meledandri Metropoli Terra di Bari – tradizione e innovazione - 2009 (Adda Editore)

martedì 15 marzo 2016

Sette workshop per sette fine settimana organizzati da Fondazione Fotografia Modena

Immagine da un workshop di Efrem Raimondi. Foto © Efrem Raimondi
Anche quest'anno Fondazione Fotografia Modena ha programmato una serie di workshop e laboratori 'tecnici' condotti da docenti specializzati: dal reportage all’architettura, dal video alla tecnica fotografica, dalla fotografia di scena a quella creativa.

Sette appuntamenti, in calendario da aprile a novembre, concepiti in modo da offrire nuovi stimoli a professionisti, amatori e principianti che vogliano approfondire aspetti specifici del lavoro basato sulle immagini. 

Articolati su un arco di 2/3 giorni e concentrati nel fine settimana, i workshop sono riservati a piccoli gruppi – da un minimo di 7 ad un massimo di 15 partecipanti – così da consentire la frequenza anche a chi ha già un’attività lavorativa e favorire una stretta interazione con i docenti, selezionati tra artisti ed esperti di fotografia di alto livello.

A questo link trovate il calendario completo
Per ulteriori informazioni: tel. 059 224418,  formazione@fondazionefotografia.org

Fondazione Fotografia Modena
via Giardini 160, Modena

lunedì 14 marzo 2016

QUASI SEGRETI. Cassetti tra Arte e Design al Museo Poldi Pezzoli

QUASI SEGRETI. Cassetti tra Arte e Design è il titolo della nuova mostra nata dalla collaborazione tra il Museo Poldi Pezzoli e Inventario.
Quest’anno la riflessione tra il design e l’arte riguarda il cassetto (e la cassettiera): una tipologia particolare nella storia dell’arredamento, già ben rappresentata da alcuni oggetti storici di eccezionale valore della collezione di Gian Giacomo Poldi Pezzoli.
L’esposizione, in corso nella casa museo di via Manzoni dal 16 marzo al 25 aprile 2016, si concentra sul mondo contemporaneo dei cassetti, elementi evidentemente funzionali, capaci di contenere, ordinare e nascondere ma, come afferma il curatore Beppe Finessiproprio per queste loro caratteristiche d’uso, anche capaci di suggerire visioni, evocare ricordi e suggestioni”.
Basta pensare alle azioni e ai movimenti che il nostro corpo deve compiere per utilizzare i cassetti, e nel momento dell’uso, di come i tempi di questo gesto, semplice e rituale insieme, possano provocare in noi delle emozioni.
Giovani designer ma anche i grandi maestri della progettazione hanno riletto e interpretato questa presenza domestica così consolidata nella nostra tradizione dell’abitare.
In mostra ci sono cassettiere dal classico sviluppo verticale, dove però anche le maniglie possono diventare una parte significativa del progetto, come in Genesio di Alik Cavaliere; ci sono maestri contemporanei che hanno giocato con la decorazione, come nelle creazioni di Alessandro Mendini; ci sono i cassetti realizzati da Tejo Remy, affastellati casualmente uno sull’altro. E ancora opere sofisticate di Mario Botta e Ettore Sottsass e le straordinarie creazioni di Shiro Kuramata, ricercata voce del design giapponese del Novecento.
QUASI SEGRETI si sviluppa lungo l’intero percorso espositivo del Museo Poldi Pezzoli, dove le opere si inseriscono in modo armonioso accanto agli stipi e cassoni già presenti nella casa museo, “piccole wunderkammer – dichiara Annalisa Zanni, direttore del museo – realizzate in materiali rari e preziosi, destinate ad accogliere, nei loro cassetti, molte volte introvabili, se non per chi li creava e chi li possedeva, oggetti “speciali”.


"Questa mostra fa parte della nostra attività con Inventario, la straordinaria avventura editoriale che promuoviamo e sosteniamo, diretta da Beppe Finessi e premiata nel 2014 con il Compasso d’oro ADI.” Racconta Carlo Urbinati, presidente di Foscarini: “Inventario è il nostro think-tank verso il mondo della cultura, delle arti, del design. Da sei anni è anche una mostra, di cui siamo particolarmente orgogliosi, al Museo Poldi Pezzoli: una fortunata collaborazione, nata nel 2011, che si è consolidata negli anni rivelandosi una sfida sempre nuova e appassionante.” 
Completa l'esposizione un volume edito da Corraini Edizioni che presenta, oltre ai saggi dei curatori, le immagini e le descrizioni delle opere esposte, anche una rassegna più estesa di ulteriori opere, che indagano il tema del cassetto – cassettiera.
Laboratori didattici a cura dei Ludosofici, nei fine settimana del 2, 3, 16 e 17 aprile, grazie al sostegno della Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte.

Un progetto espositivo a cura di INVENTARIO promosso e sostenuto da Foscarini con Edizioni Corraini.
Progetto grafico e allestimento: Designwork

Con il patrocinio di: Ministero per i Beni le Attività Culturali e il Turismo, Regione Lombardia - Culture, Identità e Autonomie, Comune di Milano - Cultura e Camera di Commercio di Milano.
In collaborazione con: Associazione Amici del Museo Poldi Pezzoli e Fondazione Corriere della Sera.
Sponsor tecnico: Ciaccio Broker.


QUASI SEGRETI. Cassetti tra Arte e Design
16 marzo – 25 aprile 2016
Museo Poldi Pezzoli
Via Manzoni 12 | 20121 Milano
Tel. 02 794889 | 02 796334
Apertura: da mercoledì a lunedì, dalle 10.00 alle 18.00
Chiuso il martedì
Ingresso: 10 € | 7 € ridotto | bambini fino ai 10 anni gratuito
www.museopoldipezzoli.it

domenica 13 marzo 2016

Letterio Pomara - No War!

La mostra è promossa dal Comune di Palermo, Assessorato alla Cultura, con il Patrocinio dell’Instituto Cervantes e in collaborazione con Emergency Gruppo di Palermo, Centro Culturale .Visitabile dal 30 marzo al 26 giugno a Palazzo Ziino, in via Dante 53, Palermo. 

È un reportage strettamente analogico di cinquantuno immagini in bianco-nero e in grande formato. Si parla di Spagna e più precisamente della battaglia di Belchite - cittadina ad una cinquantina di km. da Saragozza (capoluogo dell’Aragona) che nel 1937 fu teatro di una cruenta battaglia ancor oggi ricordata per la sua ferocia - tra i nazionalisti di Franco e i repubblicani. La cittadina fu rasa al suolo, abbandonata dai pochi superstiti sopravvissuti alla carneficina e le sue rovine lasciate lì, dove giacciono ancora oggi.

LETTERIO POMARA
Fotoreporter professionista freelance. Reportage fotogiornalistici a sfondo sociale, antropologico e ambientale, i temi della sua fotografia. Ha anche ritratto grandi personaggi della cultura, della scienza, della politica, dello sport, dello spettacolo e della moda, tracciandone fotograficamente i loro aspetti meno pubblici. 

sabato 12 marzo 2016

Edward Hopper a Palazzo delle Esposizioni di Bologna Genus Bononiae


Da venerdì 25 marzo 2016 a Palazzo Fava – Palazzo delle Esposizioni di Bologna Genus Bononiae ospita la mostra Edward Hopper.

Prodotta e organizzata da Fondazione Carisbo, Genus Bononiae. Musei nella Città e Arthemisia Group in collaborazione con il Comune di Bologna e il Whitney Museum of American Art di New York, darà conto dell’intero arco temporale della produzione di Edward Hopper, dagli acquerelli parigini ai paesaggi e scorci cittadini degli anni ‘50 e ’60, attraverso più di 60 opere, tra cui celebri capolavori come South Carolina Morning (1955), Second Story Sunlight(1960), New York Interior (1921), Le Bistro or The Wine Shop(1909), Summer Interior (1909), interessantissimi studi (come lo studio per Girlie Show del 1941) che celebrano la mano di Hopper, superbo disegnatore: un percorso che attraversa la sua produzione e tutte le tecniche di un artista considerato oggi un grande classico della pittura del Novecento.

L’esposizione è curata da Barbara Haskell – curatrice di dipinti e sculture del Whitney Museum of American Art – in collaborazione con Luca Beatrice. Il Whitney Museum ha ospitato varie mostre dell’artista, dalla prima nel 1920 al Whitney Studio Club a quelle memorabili del 1960, 1964 e 1980. Inoltre dal 1968, grazie al lascito della vedova Josephine, il Museo ospita tutta l’eredità dell’artista: oltre 3.000 opere tra dipinti, disegni e incisioni.

lunedì 7 marzo 2016

L’altra metà della scultura

Martedì 8 marzo, in occasione della Giornata Internazionale delle Donne e in omaggio alla scultrice Bianca Orsi, lo Studio Museo Francesco Messina ospita “L’altra metà della scultura”, un pomeriggio dedicato al dialogo con quattro donne che hanno fatto della scultura il proprio mezzo espressivo. Dalle ore 15 alle ore 17.30, Luisa Elia, Federica Ferzoco, Nadia Galbiati e Daniela Novello si raccontano, tra esperienze di vita e percorsi creativi, accompagnando i visitatori nella lettura di una loro opera installata per l’occasione all’interno del Museo. 

Introdurranno e guideranno gli interventi Maria Fratelli, direttore dello Studio Museo Francesco Messina e i curatori Leonardo Merlini, Aldo Strisciullo, Alessia Locatelli e Michele Tavola e Francesca Pensa

Realizzata all’interno di un palinsesto espositivo sperimentale dedicato all’arte contemporanea, la manifestazione vuole proporre alcune riflessioni determinanti intorno alla scultura. Questioni di plastica, tecniche artistiche, formazione culturale e esperienze personali saranno al centro del confronto con le artiste, restituendo uno spaccato e testimoniando gli aspetti più recenti delle ricerche in questo campo. 

Luisa Elia presenta alcune opere che studiano l’aggregazione di forme elementari e la relazione con lo spazio architettonico; Federica Ferzoco affronta con il calco di un corpo in garza, il tema del riposo e del sogno, illusione di un io separato dalle cose e dagli altri; Nadia Galbiati esplora la forma dell’angolo: primo elemento segnico atto a rappresentare lo spazio come materia della terza dimensione, struttura e luogo da cui si manifesta la materia del vuoto; Daniela Novello invita, con il suo lavoro, a rileggere la realtà e gli oggetti comuni con uno sguardo nuovo e poetico. 

In omaggio a Bianca Orsi lo Studio Museo Francesco Messina ospiterà una sua scultura, Donna in lotta, e proietterà il video di Paola Nessi, a cura di Daniela Vismara, “A lavoro con Bianca Orsi”. Le opere di Bianca Orsi, Luisa Elia, Federica Ferzoco, Nadia Galbiati e Daniela Novello saranno esposte presso lo Studio Museo Francesco Messina sino al 13 marzo.


Bianca Orsi
Bianca Orsi è nata a Salsomaggiore Terme (Parma). Prima e dopo aver partecipato attivamente alla lotta partigiana, si è formata all'Accademia di Belle Arti "Brera" di Milano, dove ha avuto come Maestri: Carlo Carrà, Aldo Carpi, Achille Funi e Marino Marini. Dedicatasi fin dall’immediato dopoguerra alla scultura, ha eseguito commesse private e opere pubbliche. Suoi lavori figurano in collezioni statali e private in Italia e all'estero (Francia, Svizzera, Germania e Stati Uniti d'America). E’ presente nelle principali opere storiografiche sulla scultura italiana del Novecento.


Luisa Elia
Nata a Lecce ne 1960, Luisa Elia vive e lavora a Milano dal 1987. Attraverso la sua ricerca, analizza lo spazio e il vuoto, con cicli di opere, sperimentando in relazione all'idea differenti materie, organiche e non, aggregate e plasmate liberamente: sale, terra, sabbia, marmo, creta lavica, cartone, juta, ferro, gomma, resina. Ha conseguito studi umanistici, laureandosi in Lettere Moderne e Storia dell'Arte. Dagli anni '80 ha presentato le sue opere in prestigiose mostre in Italia e all'estero. Tra le più recenti si ricordano Women White, Galleria Renata Fabbri (Milano, 2011); Mater/ To be continued, Galleria Raffaella De Chirico (Torino, 2013); Pulvis es, Palazzo Isimbardi (Milano, 2014); IV Edizione Vagiti Ultimi, Cisterne Romane (Atri, 2015); Her, Ex Convento dei Teatini (Lecce, 2015/2016). Nel 2015 la VVVID Art e Askanews hanno dedicato a Luisa Elia il video “VVVID Art - Luisa Elia” a cura di Leonardo Merlini, con la regia di Vittorio Bedogna. Grazie alla collaborazione con i fotografi Giovanni Ricci e Annalisa Guidetti (Milano), è stato recentemente fondato un archivio fotografico che documenta la sua attività artistica a partire dagli anni Ottanta.


Federica Ferzoco
Insegnate di Discipline Plastiche e Scultoree, vive e lavora a Milano dove ha conseguito il Diploma Accademico in Scultura e il Diploma di 2° Livello a indirizzo Didattico all’Accademia di Belle Arti di Brera. I suoi lavori sono esposti in diversi luoghi pubblici, come il Parco San Giovanni di Trieste, l’Istituto Dardi di Milano e il Museo d’Arte Paolo Pini. Dal 1995 partecipa a mostre personali e collettive in Italia e all’estero. Tra le più recenti: Galleria Olim, (Bergamo, 2004); Aromatics ( Milano, 2010); Galleria Nuvole Arte Contemporanea (Montesarchio, BN 2014); VIARENA5 (Bergamo, 2015); Ex sede FFSS (Quarona, 2015); Fabbrica del Vapore (Milano Scultura, Step Art Fair, 2015); Spazio Heart, (Vimercate, 2015); Castello di Castelnuovo Calcea (Asti, 2015). Nel 2011 ha ricevuto la residenza d’artista per la realizzazione di un'opera da inserire nel percorso: contempo_area, arte per la tutela e la valorizzazione dell’ambiente, percorso permanente di sculture all’aperto. (Comune di Montopoli in Sabina RI).

Nadia Galbiati
Nata nel 1975, si diploma nel Corso di Scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano nel 1999. Si interessa di scultura e incisione e la sua ricerca verte sull’analisi dello spazio come materia e forma, attraverso la rilettura delle strutture architettoniche. Per l’artista l’angolo è il primo elemento di un alfabeto di segni atti a rappresentare lo spazio, ed è su questo che Nadia Galbiati ha articolato il proprio linguaggio plastico, sempre in relazione al luogo. Tra le sue ultime mostre personali si ricordano: Opera Incisa 2007-2014 (Roma), Spazio Costruito, CityART (Milano), Logica dell’angolo, Studio Vanna Casati (Bergamo), Estetica dell’angolo, Spazio Arte Pisanello (Verona), Architettura Di/segnata, Leo Galleries (Monza), In /De Finito, Arte Fuori Centro (Roma). Nel 2008 è stata Artist in residence presso il Kuzukubo Art Camp, Fujimi – Giappone.Nel 2014 si è classificata terza alla prima edizione del Premio Giancarlo Sangregorio per la scultura.Ha partecipato a svariati corsi di specializzazione per la lavorazione dei materiali scultorei e per l’approfondimento delle tecniche di grafica d’arte in Italia e in Europa.Dal 2015 espone presso la galleria E3 arte contemporanea di Brescia con cui ha preso parte a diverse mostre e fiere d’arte contemporanea.


Daniela Novello
Nata a Milano nel 1978, Daniela Novello si diploma in Pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera nel 2003.Dal 2001 si dedica alla scultura in marmo, pietre e piombo.Dal 2005 collabora con la Scuola di Scultura dell’Accademia di Brera ed espone all’estero e in Italia. Tra le più recenti personali si ricordano: Tracce urbane, Galleria Quintocortile (Milano, 2009); L’altro mercato, Galleria Studio Vanna Casati (Bergamo 2010); Agganci di fase, Associazione Culturale Monteggiori Arte (Lucca, 2013); Camere comunicanti, Galleria Gli Eroici Furori (Milano, 2013); Il giorno imperfetto, Torre Viscontea (Lecco2013). Dal 2015 collabora con la Galleria Tedofra in progetti espositivi quali SetUp a Bologna, PadovaArteFiera, AffordableArtFair a Milano. Ha ricevuto diverse commissioni per sculture in Germania e in Turchia. Alcune sue opere fanno parte di collezioni pubbliche come quelle a St. Anton in Austria, nel Comune di Almese (TO), nel Civico Museo Parisi Valle di Maccagno (VA), nel Comune di Occhieppo Inferiore (BI) e nel MAC di Marotta (PU).

domenica 6 marzo 2016

Tra natura e incanto - Silvia Meier


Sarà ispirata alla preziosità delle atmosfere acquatiche la prossima mostra in programma alla Alter Ego di Ponte Tresa, che sarà inaugurata domenica 6 marzo alle ore 18.00.

La galleria diretta da Andrea Scacciotti, sempre attenta alle novità di maggiore interesse in ambito artistico, presenterà un talento emergente che è apparso solo recentemente sulla scena culturale del Canton Ticino ma che si è già distinto in più di una collettiva. “Tra natura e incanto” sarà dunque un'esposizione inedita, la prima personale di Silvia Meier, talentuosa scultrice originaria della Repubblica di Santo Domingo e residente in Svizzera da molti anni.

Appassionata di design e di artigianato applicato a oggetti di piccolo formato, Meier ha coltivato con costanza nel tempo tanto la propria manualità quanto il proprio senso estetico pur dedicandosi alle arti cosiddette “minori”; in seguito, l'incontro con alcuni scultori, la frequentazione dei loro atelier e le prime sperimentazioni di modellato la portano alla decisione di mettersi alla prova affrontando una tecnica artistica tutt'altro che semplice: la lavorazione del bronzo. Fin dalle prime opere emergono i temi su cui Silvia decide di impostare una ricerca autonoma e personale; soggetti ispirati alla natura, riproposti in chiave simbolica, onirica e talvolta fiabesca. L'autrice ricerca soggetti che con la loro piacevolezza formale siano in grado di creare nell'osservatore un sentimento di incanto e meraviglia, ovvero siano capaci di suggerire quel piacere legato alla Bellezza proprio dell'arte che, dopo essere stato messo in discussione negli ultimi decenni, ora viene riscoperto con piacere da tanti artisti e dal pubblico.

Dal alcuni anni Silvia Meier collabora, come artista indipendente, con la prestigiosa fonderia d'arte “Perseo” di Mendrisio, dove affina la conoscenza delle lavorazioni del gesso, della creta e della plastilina. Forte dell'esperienza acquisita e dei preziosi consigli dei maestri con cui lavora fianco a fianco, imprime una svolta decisiva al suo percorso applicandosi nella realizzazione di sculture di medio e di grande formato, opere che richiedono molteplici abilità, oltre ad una dedizione incondizionata.

La galleria Alter Ego esporrà i risultati più significativi di tanta intensa e appassionata sperimentazione, privilegiando il taglio tematico legato alle atmosfere acquatiche, talvolta marine e talvolta lacustri, che hanno colpito la fantasia dell'artista e che ci vengono riproposte in chiave figurativa, in modo da consentire una lettura immediata ma egualmente suggestiva. 

La serie dedicata alle rane colpisce tanto per la singolarità del soggetto quanto per le numerose pose e composizioni che la scultrice ha saputo creare. E' lei stessa a spiegare il motivo di tanto interesse per una creatura che nella sua poetica si fa portatrice di un'aspirazione umana: “La rana è un animale anfibio, capace di vivere al confine tra due mondi, ma è anche un animale caratterizzato da una evoluzione biologica assolutamente unica che suggerisce l'idea della trasformazione”.

Se il simbolismo è delicato e leggero, e se la resa dell'esecuzione è impeccabile, la prorompente vivacità della Meier si esprime con decisione nella scelta formale della composizione. Linee slanciate, forze centripete, azzardate alternanze di pieni e di vuoti ed equilibri precari sembrano essere la cifra stilistica di un'artista ormai matura e consapevole, pronta a cogliere nuove sfide.

Presentazione a cura di Emanuela Rindi


Silvia Meier - Tra natura e incanto

GALLERIA ALTER EGO
Ponte Tresa (Svizzera) - dal 6 al 20 marzo 2016
Via Lugano 1 (6988)
+41 0793572548 , +39 3495259573
contatti@alteregogallery.com
www.alteregogallery.com

venerdì 4 marzo 2016

Lo specchio infranto di Raquel Della Pina, Andrea Giusti, Chiara Olmi e Simona Veronica Verzichelli


Sabato 5 marzo alle ore 18.00 inaugura presso la Galleria Duomo in Via Finelli 22/b a Carrara (MS) la mostra collettiva di pittura degli artisti Raquel Della Pina, Andrea Giusti, Chiara Olmi, Simona Veronica Verzichelli, dal titolo Lo specchio infranto curata da Paolo Nerbi e visibile fino al 3 aprile negli orari di apertura al pubblico o su appuntamento, come indicato nel sito www.galleriaduomo.it.

La scelta della Galleria di esporre questi artisti autodidatti è spiegata chiaramente nella presentazione che ne fa il Prof. Paolo Nerbi, il quale li definisce artisti che sanno che cosa vuol dire il confronto con la tela bianca, artisti isolati, ma coscienti, che procedono senza tagli e senza azzeramenti, alla ricerca di un “me-stiere” personalizzato, spesso conquistando risultati attraverso tecniche miste, elaborate attraverso il sa-piente uso delle mani animate dal bisogno di esprimere un segno, un significante. I quattro artisti che espongono a Carrara sono spiriti liberi, ciò che li unisce è l'assenza di un unico faro che illumini simultaneo la loro navigazione, assenza che, senza dividerli, li distingue. 

Le Opere di Raquel Della Pina sono espressione di un suo indubbio e dominante vitalismo da cui sgorga la temperie dei colori. La pittrice si lascia trasportare dall'intento di rappresentare le tracce del cosmo che ci sovrasta. La gestualità trova la cadenza in gesti misurati così che le pennellate nel dilatarsi si stemperano in campiture più respirate. Dipingere è come partecipare ad un rito, la cui memoria, attraverso la nostalgia, è un fuoco ancora vivo sotto le ceneri. Il dipinto così non solo è rappresentazione, ma testimonianza del ge-sto, è un reale, un oggetto, un recinto che racchiude ciò che è sacro.

Andrea Giusti offre sul piano dell'astrazione diversi spunti di riflessione di cui due fondamentali relativi alla sua indagine ed al valore da attribuire al risultato formale, nell'inevitabile rapporto che lega il pittore alla realtà. Facendo i conti con l'Espressionismo astratto americano ha dato vita ad opere ascrivibili alle poetiche del gesto, frutto di una concezione esistenziale dove il codice linguistico predominante è la giustapposizione paratattica di espansioni di colore. In un altro momento della sua esperienza intende con coerenza privilegiare la composizione sintattica che lo porta ad esplorare la concezione formale. Compaiono così tracce di colore nero che paiono embrioni di un sistema organico cartesiano, coordinate assunte come costitutive della coscienza.

Per la pittrice Chiara Olmi la figura non sempre è in sé conchiusa ed impenetrabile. L’autrice, portata all'in-venzione grafica, spesso la elabora, prolungandola e facendola vivere nell'espandersi di graffiti che la cir-condano; si tratta di grovigli, come indizi, incipit di un disegno appena nato, pronto a sciogliersi in scansioni musicali. Essi provengono dal bisogno di ricucire il tessuto della memoria per ricomporla, dalla ricerca di un ordine che spesso stempera la tensione interpretando il lavoro come gioco ludico. Il fascino non è nel recupero di un passato bensì nel risultato onirico che fa nascere le sue figure nell'orizzonte spesso tragico del presente.

Simona Veronica Verzichelli si rivolge alla realtà nell'intento di superarne le rappresentazioni abitudinarie e convenzionali, rivolgendo il suo interesse allo studio della figura ed al paesaggio nella sua accezione più ampia di natura. Per questo motivo disimpegna la figura da qualsiasi contesto narrativo, rendendola un'apparizione, un percetto autoreferenziale. I suoi paesaggi sono in realtà opere di pura astrazione, in cui mostra la conoscenza dello schermo pittorico impressionista appreso studiando le opere di C. Monet. Le pennellate si susseguono, crescono, sono spazio lievitante e mai piani statici.

martedì 1 marzo 2016

Energia Creativa al TORTONA DESIGN WEEK 2016

Un polo creativo di respiro internazionale dove design, moda, cultura si incontrano tutto l’anno: questa è oggi “Tortona”, il primo distretto ad essersi organizzato come circuito del Fuorisalone – aprendo la strada a quello che sarebbe poi diventato uno dei più importanti appuntamenti del designfino a rappresentare, quindici anni dopo, un nuovo punto di riferimento per l’industria della creatività. 

Un’evoluzione guidata da una forte volontà di rinnovamento e dalla capacità di sperimentazione e contaminazione tra mondi affini, che l’ha resa luogo fertile di incontro fra nuova imprenditoria e produzione culturale.
Forte di una rinnovata identità di distretto capace di attrarre e coinvolgere progettisti
 di fama internazionale, imprese, incubatori, start-up e giovani talenti, Tortona si sta trasformando sempre di più in un vero e proprio hub di innovazione, di produzione culturale e di confronto aperto al pubblicoe alla città,anche grazie alla presenza di prestigiose realtà culturali. Tra queste spiccano l’Armani/Silos, il Mudec – Museo delle Culture e BASE Milano, il nuovo progetto integrato per la cultura e la creatività che verrà inaugurato il prossimo 30 marzo negli storici spazi dell’ex Ansaldo. Questi ultimi, in particolare, sono stati scelti fra le principali sedi ufficiali della XXI Triennale di Milano per ospitare mostre e partecipazioni internazionali.

Tortona Design Week 2016 sarà un momento di grande energia creativa e partecipazione in una zona che come dimostrano i numeri dell’edizione 2015 – 115.000 visitatori, 180 eventi e oltre 20 paesi rappresentati – è sempre protagonista del Fuorisalone. Alle proposte delle realtà attive nel distretto si uniranno i progetti di designer, famosi ed emergenti, provenienti da tutto il mondo, in particolare CinaFranciaGermania, GiapponeInghilterraOlandaPolonia, Repubblica Ceca eSpagna. 

Quest’anno la Tortona Design Week ospiterà prestigiosi designer internazionali tra cui: Maarten Baas che presenta NEW!NOW!HERE, un nuovo progetto artistico innovativo dove i confini del design saranno spinti fino al limite; Marcel Wanders che, oltre ad essere presente con MOOOI, proporrà in anteprima mondiale un nuovo concept di design dedicato ai bambini; Naoto Fukasawa, architetto e industrial designer di primo piano, che ha curato l’evento per GeoluxeMario Cucinella Architects,che presenta la scuola SOS - School of Sustainability in uno spazio polifunzionale attraverso workshop, laboratori di prototipazione e lezioni di Empatia Creativa. Alla Tortona Design Week anche il duo creativo di Formafantasma con l’ideazione del concept e del progetto di allestimento per LexusBarovier&Toso ePaola Navone, di nuovo insieme per un progetto visionario che esplora i tanti colori del vetro attraverso un viaggio immaginario tra culture e paesaggi diversi; Mario Bellini, che partecipa alla design week con il progetto realizzato perCitroën e Karim Rashid, che sarà nuovamente protagonista della Tortona Design Night con la performance DJ live giovedì 14 aprile all’Hotel Magna Pars Suites Milano.

Ma non è tutto. Altre presenze importanti e collaborazioni prestigiose arricchiranno l’offerta della zona, rinforzando il ruolo strategico dell’area nel mondo design. Per scoprire il meglio del design cinese c’è il grande padiglione diRed Star Macallinee la mostra OO!CHINA curata da Sarpi Bridge_Oriental DesignWeek. Sarà presente anche Citizen cherealizza uno spazio surreale fatto di luce danzante. Debutto in zona Tortona per Miele con l’installazione multisensoriale The Invisible Kitchen, uno sguardo futuristico sulla rivoluzione dell’intera esperienza di cottura. Archiproducts inaugura proprio qui il primo spazio di co-net-working del design Live, Work, Design, un luogo che rimarrà attivo anche dopo la Milano Design Week; gli olandesi di Connecting the Dots si interrogano invece su “Culture versus Commerce” con due esposizioni dal titolo Furnishers Market e The Alternative; da non perdere anche la collettiva di Designersblock, con i progetti realizzati da 60 fra designer indipendenti, emergenti e affermati. Opendot proporrà invece una mostra laboratorio intitolata Visual MakingL’esibizione di Preciosa Lighting, realizzata dallo studio viennese Vasku&Klug propone una mostra di cristalli e raffinati chandelierMaterials Villageideato da Material Connexion Italiariunisce in un solo spazio materiali, progetti e tecnologie altamente innovative. A questi si aggiunge la piattaforma comunicativa interattiva di Vauth-Sagele il tema dell’artigianalità esplorato da OTTO PIÙInfine gli olandesi di Linteloo lanciano una nuova serie di mobili di ispirazione cosmopolita in collaborazione con designer internazionali.

Main Partner di Tortona Design Week 2016 si riconferma ASUS, noto brand tecnologico che rinnova l’appuntamento con la kermesse internazionale del design anche con un proprio ed esclusivo spazio espositivo.

Il progetto Tortona Design Week 
Tortona Design Week è un progetto di comunicazione integrata con il patrocinio del Comune di Milano, con l’obiettivo di valorizzare eventi, installazioni e progetti che si svolgono nell’area di Tortona durante il Fuorisalone. I partner dell’iniziativa – che si presentano come realtà molto diverse tra loro, da organizzazioni che privilegiano la sperimentazione e la ricerca culturale a realtà consolidate nel campo degli eventi e della produzione di contenuti di design – sono: Associazione Tortona Area Lab, BASE Milano, Magna Pars, Milano Space MakersSuperstudio Group, Tortona Locations

Press preview | Lunedì 11 aprile dalle 15.00 alle 19.00 tutte le location saranno aperte e visitabili.
Open night | Giovedì 14 aprile tutte le location rimarranno aperte fino a mezzanotte. 
Info Point e Press Point Tortona Design Week | BASE Milano | Via Bergognone 34 angolo via Tortona

Architours | L'Associazione Tortona Area Lab organizza durante la settimana del Fuorisalone una serie di Architours gratuiti del distretto. 

Per informazioni e prenotazioni: info@tortonadesignweek.com

Convegno sul Design italiano negli USA | Il giorno 11 aprile l’Associazione Tortona Area Lab organizza in collaborazione con GfK Eurisko presso la sede di via Tortona 33 alle ore 11.00 un incontro-dibattito con il Console Generale degli USA, l’Ambasciatore Philip T. Reeker sul valore del design italiano negli Stati Uniti. 

Tortona Design Week sostiene Milano Design Award, dal 2016 un progetto condiviso del comitato Milano Fuori Salone. Nato per la tutela e comunicazione corale degli eventi fuori salone, il comitato è composto da Brera Design District, 5 Vie art+design, elita - Enjoy Living Italy, Milano Space Makers, Porta Venezia in Design, Sarpi Bridge_Oriental Design Week, Superstudio Group, Tortona Design Week, Ventura Lambrate e Zona Santambrogio. Il progetto Milano Design Award è ideato e coordinato da elita - Enjoy Living Italy, realizzato in collaborazione con Fuorisalone.it e IED Milano e supportato dal Comune di Milano.

www.tortonadesignweek.com
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