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venerdì 19 dicembre 2014

Spot - Five minutes of advertising a Palazzo De Mari in Acquaviva delle Fonti

Warhol e Coca Cola, il designer e scultore indiano Kapoor e Illy Caffè il futurista italiano Depero e Bitter Campari. Sono questi alcuni esempi dell’ormai consacrato connubio tra arte e pubblicità che vede, da un lato artisti di fama usare direttamente l’oggetto di consumo per farne un’opera d’arte, dall’altro sempre più aziende di grandi brand promuovono la qualità dei propri prodotti attraverso il linguaggio artistico.

Da qui nasce “Spot - Five minutes of advertising”,  il progetto artistico di Flavia D’Alessandro - che s’inaugura 20 dicembre alle 19,30 presso la Sala Colafemmina, Palazzo De Mari ad Acquaviva delle Fonti - espone opere di soggetti ispirati al settore alimentare (food & drinks). Nello specifico, la rassegna presenta 15 dipinti - di cui due dittici -, realizzati con interventi di pittura ad acrilico su tela e rilievi e raffiguranti drink famosi di grandi marchi presi a modello per la loro immediata riconoscibilità - come la classica bottiglia del Pampero o il raffinato bicchiere del cocktail Martini con oliva (famoso perché prediletto dall’agente 007);

La modalità creativa adottata vede mescolare, nella realizzazione di “Spot - five minutes of advertising”, la Pop Art - nota proprio per la sfrontata mercificazione -, l’uso ossessivo del linguaggio pubblicitario - utilizzato per fini smaccatamente consumistici e che attinge per i propri soggetti dall'universo del quotidiano – con l’arte di Giorgio Morandi, che per le sue essenziali nature morte e in particolare le famose ‘bottiglie’, ha tratto ispirazione, anch’egli, da oggetti comuni.

«La pubblicità, lo si voglia o no è oggi parte integrante della vita di tutti i giorni. È così martellante che riesce a entrare nel cervello e influenzare anche il modo di comunicare. Tormentoni pubblicitari come “No MARTINI? NO PARTY!” o “la RED BULL ti mette le aaali”, per esempio, sono ormai parte integrante del linguaggio comune. Ed e’ proprio dall’analisi di questo potente strumento di persuasione e di manipolazione - qual e’ lo spot, appunto - che sono partita per rappresentare l’oggetto di marca - principalmente il ‘drink’ - come soggetto artistico; infine, con l’installazione, tappi ‘raccolti e riciclati’ - di quelle stesse bibite ‘consumate’ che ho poi rappresentato nei dipinti. Il mio obiettivo, con questa mostra, e' quello di far riflettere il visitatore sul ruolo dell’artista oggi che, in nome del connubio arte - pubblicità, da un lato promuove se stesso e dall’altro viene ‘usato’ per far pubblicità». Flavia D’Alessandro.

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